I riflettori si sono accesi sull'attesissimo discorso del presidente siriano Assad, sostenuto da decenni da Russia e Iran ma che ha di recente normalizzato i rapporti, dopo più di un decennio di isolamento regionale, con quasi tutti i paesi arabi.
Il raìs di Damasco - in carica da 23 anni dopo aver ereditato lo scettro del potere dal padre Hafez salito ai vertici del sistema siriano più di mezzo secolo fa - ha auspicato che il "riavvicinamento inter-arabo e regionale" possa portare "grandi speranze".
Il riferimento è stato in particolare alla normalizzazione dei rapporti tra Siria e Paesi arabi e tra Arabia Saudita e Iran, con un accenno forse implicito ai negoziati in corso, mediati dalla Russia, per un disgelo anche tra Siria e Turchia.
Assad ha inoltre invitato i Paesi arabi a rifiutare le "interferenze straniere", insistendo anche nell'affermare che i vari Paesi membri della Lega Araba non devono interferire nelle questioni interne di altri paesi arabi.
Da sottolineare che il leader in pectore saudita, Muhammad ben Salman, prima di dare il via al balletto dei discorsi, colmi di retorica, dei vari leader arabi, si è intrattenuto con Zelensky per parlare di questioni energetiche e del possibile ruolo di Riad nel facilitare negoziati tra Mosca e Kiev. Il presidente ucraino è intervenuto brevemente alla sessione inaugurale del vertice inter-arabo, accusando "alcuni" leader arabi di "aver chiuso gli occhi" di fronte alle azioni politiche militari e politiche russe in Europa orientale. Su questo Zelensky ha invitato i vari rappresentanti dei Paesi membri della Lega Araba a guardare "con onestà" al conflitto in corso in Ucraina. (ANSAmed).
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