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Da migrante a imprenditore di successo, la storia di Omri Taha

Il general manager di Omi-Fer racconta la sua vita ad ANSAmed

Redazione Ansa

(di Valentina Maresca) (ANSAmed) - SANTA MARINA SALINA, 19 SET - È una storia da film, e probabilmente lo diventerà, quella di Omri Taha, cittadino tunisino entrato in Italia senza documenti negli anni Novanta e oggi general manager di Omi-Fer, azienda specializzata nella costruzione e nel montaggio della carpenteria metallica di supporto il cui fatturato ha raggiunto quest'anno 25 milioni di euro. L'imprenditore, che ha sponsorizzato la XVII edizione del SalinaDocFest (svoltosi sull'isola eoliana dal 13 al 17 settembre), ha ripercorso con ANSAmed le tappe della sua ascesa.

"Non sono nato povero, ma volevo migliorare la mia condizione di vita e seguendo i principi ricevuti da mio padre mi sono mantenuto da solo, anche mentre studiavo", sottolinea l'imprenditore. "Ero curioso del mondo e ho preso la maturità a Damasco, poi sono tornato in Tunisia dove mi sono laureato in Fisica e Chimica, quindi sono partito per l'allora Cecoslovacchia, sono andato a Vienna e poi ad Innsbruck per un master, ma mi hanno chiesto 8 milioni di scellini per il permesso di soggiorno annuo e non c'era lavoro. Così sono arrivato in Italia, che già conoscevo perché nelle estati da studente raggiungevo dei cugini a Salerno, impiegati nell'edilizia. Con loro sono andato a Caserta per lavorare nel settore del tabacco, poi a San Ferdinando di Puglia per raccogliere l'uva e i pomodori, guadagnavo mille lire (equivalenti a 50 centesimi) a cassetta".

La vita prende una direzione diversa quando l'uomo si trasferisce a Brescia, ma gli inizi sono duri. "Stavo da un amico che però a un certo punto non mi ha potuto più ospitare, ero in difficoltà e come tanti per mangiare, bere, lavarmi e trovare dei vestiti sono andato alla Chiesa di Chiari, in cui c'era anche don Andrea Gallo (sacerdote attivista). Ci davano inoltre 5.000 lire per pagare i trasporti che ci riportavano indietro, a dormire dove capitava", ricorda. La gratitudine per quel supporto si è tradotta anni dopo nella sponsorizzazione di un concerto di Mozart in una chiesa sul Lago di Garda, dopo la richiesta di due sacerdoti amici. "L'ho fatto in memoria di don Gallo e ho portato una vecchia banconota da 5.000 lire, ricordando che anche grazie a essa oggi ho quasi 500 dipendenti.

C'erano circa 300 persone, sono venute tutte ad abbracciarmi ed è stata una grande emozione".

L'aiuto, memore del supporto ricevuto, e il dialogo con tutte le fedi sono i principi che animano l'imprenditore. "Ho dipendenti di tutte le etnie e religioni. Quando nel 2016 ho inaugurato il primo capannone ho fatto venire imam e preti, a dicembre ne inauguro altri quattro".

A un certo punto della vita bresciana, l'uomo ha sposato un'italiana, iniziando a lavorare con il suocero e imparando a saldare e a fare il carpentiere. Ormai con i documenti, a divorzio avvenuto si è messo in proprio, con una piccola impresa diventata srl nel 2009. "C'era la crisi e io investivo, tutti mi dicevano che mi stavo scavando la fossa da solo ma io so che dopo la notte viene sempre il giorno", commenta, e i numeri gli danno ragione: dai 700 mila euro di fatturato annuo iniziale ci sono state albe continue, fino ai 25 milioni attuali.

Omi-Fer ha un'organizzazione al femminile: "Le donne sono i pilastri della mia azienda, ne ho 13 a capo dei reparti, sono più responsabili e multitasking. Anche per questo ho sponsorizzato il SalinaDocFest, il cui spirito è l'incontro delle culture e che ha dedicato l'edizione di quest'anno al tema della donna oltre confini", spiega.

L'imprenditore sottrae anche giovani migranti dalla strada per formarli come operai. "Come io recluto in questo modo positivo, c'è chi recluta in modo negativo. Chi viene dall'Africa per fame è costretto a delinquere, in assenza di opportunità". Su Tunisia e migrazioni è netto: "Si pretende che un Paese solo, peraltro in grave crisi economica, faccia quanto l'Europa intera non è riuscita a fare. E poi la Tunisia è solo una porta, come la Libia. I migranti trovano altre strade perché è la disperazione della fame che li fa partire".

In attesa del film sulla sua vita cui accenna in prima persona, l'uomo d'affari si è rimesso a studiare e l'anno prossimo è prevista la sua laurea in Scienze Politiche. "Quando mi mancheranno due esami faccio la tesi in Diritto Costituzionale", ha annunciato. E non c'è dubbio che raggiungerà anche questo traguardo. (ANSAmed).

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