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Nulla di fatto dopo nuovi negoziati sulla grande diga etiope

Il progetto contrappone l'Etiopia a Egitto e Sudan, preoccupati

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 25 SET - Nessun progresso dopo il secondo giro di negoziati trilaterali fra Etiopia, Egitto e Sudan riguardanti la Diga del Gran Rinascimento Etiope (Gerd), l'opera multimilionaria che vede la partecipazione del gruppo multinazionale italiano Webuild (ex Salini Impregilo), con l'Etiopia che si è impegnata a continuare i colloqui "in buona fede": lo rende noto Al Jazeera dopo colloqui di due giorni che hanno coinvolto i rappresentanti dei tre Paesi e si sono conclusi ieri nella capitale dell'Etiopia, Addis Abeba.

La contrapposizione è soprattutto tra il governo etiope e quello egiziano che teme per il flusso delle acque del Nilo, da cui Il Cairo dipende quasi esclusivamente per il proprio approvvigionamento idrico. Il potenziale effetto della diga sulle risorse idriche di Egitto e Sudan è la preoccupazione più significativa delle due nazioni.

All'inizio di questo mese, l'Etiopia ha annunciato di aver completato il quarto riempimento della diga, considerata centrale nei piani di sviluppo per il Paese del Corno d'Africa, che conta 120 milioni di abitanti. Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha dichiarato all'Assemblea generale dell'Onu che il Cairo vuole un "accordo vincolante" sulla diga.

"Sarebbe un errore presumere di poter accettare il fatto compiuto quando si tratta della vita stessa di oltre 100 milioni di cittadini egiziani", ha aggiunto. (ANSAmed).

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