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Tunisia: 71% perdite del Pil per scarsità acqua entro 2050

Rapporto Banca Mondiale, serve intervento a sostegno agricoltura

Redazione Ansa

(ANSA) - TUNISI, 02 GEN - In Tunisia, il 71% delle perdite del Pil legate al clima entro il 2050 sarà dovuto alla scarsità d'acqua. E' quanto emerge dal Tunisia Country Climate and Development Report (Ccdr) della Banca Mondiale, pubblicato prima della Cop28, che stima che "l'inazione potrebbe comportare perdite del Pil fino al 3,4% entro il 2030, pari a perdite annuali di circa 5,6 miliardi di dinari (1,8 miliardi di dollari)".

"Se non si interviene, la scarsità d'acqua, l'erosione costiera e le inondazioni ridurranno il Pil reale del 3,4% nel 2030. Le perdite annuali raggiungeranno il 6,4% del Pil nel 2050, ovvero 10,4 miliardi di dinari (3,4 miliardi di dollari) in termini di valore attuale netto. Queste perdite saranno dovute all'impatto della scarsità d'acqua e di conseguenza il settore agricolo sarà particolarmente colpito, con il suo valore aggiunto che diminuirà del 15% entro il 2030 (e del 29% entro il 2050)", afferma la Banca Mondiale nel rapporto.

Nei sei Paesi in cui sono stati redatti i Rapporti nazionali sul clima e lo sviluppo (Ccdr) - Tunisia, Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Marocco -, le perdite del Pil legate al clima saranno comprese tra l'1,1% e il 6,6 % entro il 2050, indica il rapporto, che sottolinea come l'interdipendenza tra acqua, energia e produzione alimentare sia particolarmente complessa nella regione Mena. L'agricoltura è un settore ad alta intensità idrica, mentre i sistemi di approvvigionamento idrico (desalinizzazione, trattamento delle acque reflue, ecc.) sono ad alta intensità energetica, a dimostrazione degli stretti legami tra questi diversi settori.

In Tunisia, l'agricoltura è il settore che consuma più acqua del paese, rappresentando oltre il 75% del consumo totale di acqua, e dovrà per forza di cose essere limitato. Il settore agricolo svolge un ruolo importante nell'economia nazionale, rappresentando il 9,6% del Pil secondo i dati del 2022. Nel 2019 era impiegata in questo settore il 14% della popolazione attiva.

È anche un'attività che contribuisce alla sicurezza alimentare.

Considerata l'importanza dell'uso dell'acqua per l'agricoltura, i Ccdr per la regione Mena formulano due raccomandazioni strategiche, vale a dire la sostituzione dell'acqua dolce con acque reflue trattate e una maggiore efficienza nell'uso delle risorse idriche attraverso misure dal lato della domanda, in particolare la modernizzazione dei sistemi di irrigazione. È importante proteggere gli agricoltori, rivedendo i sistemi di coltivazione, adottando varietà resistenti alla siccità, incoraggiando colture a maggior valore aggiunto, migliorando le tecnologie di irrigazione e utilizzando soluzioni basate sulla natura, conclude il rapporto. (ANSA).

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