(ANSAmed) - ROMA, 28 FEB - Yuval Abraham, il regista
israeliano di 29 anni, che ha vinto sabato il premio per il
miglior documentario con "No Other Land" al festival del cinema
di Berlino, ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte e
intimidazioni fisiche anche ai membri della famiglia dopo aver
descritto sul palco "la situazione di apartheid" dei palestinesi
e chiesto il cessate il fuoco a Gaza. Un discorso che gli aveva
già attirato l'accusa di antisemitismo da parte di funzionari
tedeschi.
Abraham, insieme al suo coregista palestinese Basel Adra, ha
raccontato nel documentario lo sradicamento dei villaggi
palestinesi a Masafer Yatta in Cisgiordania.
Il giorno dopo il discorso dal palco, come riportano i media
internazionali, si erano scatenate proteste sui media tedeschi,
con diversi politici che avevano parlato di discorso antisemita.
"Essere sul suolo tedesco come figlio di sopravvissuti
all'Olocausto e chiedere un cessate il fuoco e poi essere
etichettato come antisemita non solo è oltraggioso, ma mette
anche letteralmente in pericolo le vite degli ebrei", ha detto
Abraham al Guardian. "Non so cosa stia cercando di fare la
Germania con noi - ha aggiunto - Se questo è il modo in cui la
Germania affronta il senso di colpa per l'Olocausto, lo stanno
svuotando di ogni significato".
Oltre a ricevere minacce di morte sui social media, Abraham
ha detto che diverse persone si sono presentate a casa dei suoi
familiari in Israele, costringendoli a lasciare l'abitazione per
paura per la loro sicurezza. (ANSAmed).
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Regista israeliano denuncia minacce di morte dopo Berlinale
Descrisse l'apartheid dei palestinesi, accusato antisemitismo