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Sì del Consiglio di sicurezza Onu al piano di pace Usa per Gaza

Biden: 'Ora Hamas dimostri di volere tregua, accetti l'accordo'

Redazione Ansa

ROMA - Gli Stati Uniti hanno incassato ieri sera un forte sostegno internazionale al piano Biden per un cessate il fuoco a Gaza. La bozza di risoluzione, presentata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, è passata con 14 voti favorevoli e l'astensione della Russia. Il progetto in tre fasi, annunciato dal presidente americano il 31 maggio e condiviso con Israele, ha l'ambizione di porre fine alle ostilità nella Striscia, attraverso il progressivo ritiro dell'Idf ed il rilascio di tutti gli ostaggi.

La palla è ora tutta nel campo di Hamas, secondo gli Stati Uniti: il presidente Joe Biden ha invitato Hamas a "dimostrare" di voler davvero una tregua nella Striscia di Gaza, accettando l'accordo proposto nel piano Usa approvato al Palazzo di Vetro.

In serata, comunque, Hamas aveva già "accolto con favore" la ricoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza in una nota in cui ha "riaffermato la sua volontà di cooperare con i fratelli mediatori per avviare negoziati indiretti riguardanti l'attuazione di questi principi". Il premier israeliano Benyamin Netanyahu "ha riaffermato il suo impegno" per il cessate il fuoco a Gaza, ha fatto sapere oggi il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in visita in Israele nella sua ottava missione in Medio Oriente dal 7 ottobre e che ieri ha incontrato al Cairo il presidente egiziano, Abdelfattah al-Sisi. "Hamas afferma di volere" una tregua e "questo accordo è un'opportunità per dimostrare che fanno sul serio", ha sottolineato Blinken.

Subito dopo il voto in Consiglio di ieri sera, Biden aveva scritto su X "la nostra risoluzione invita" il movimento islamista al potere nell'enclave palestinese ad "accettare l'accordo per stabilire un cessate il fuoco con il rilascio degli ostaggi" israeliani.

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu, lo scorso marzo, aveva già votato una risoluzione per un cessate il fuoco immediato a Gaza, grazie alla decisiva astensione degli Stati Uniti, per la prima volta dall'inizio della guerra, che aveva provocato l'irritazione di Israele. Ma senza esiti concreti. Stavolta invece Washington ha portato al Palazzo di Vetro un progetto che, come ha spiegato Biden il 31 maggio, è stato elaborato dal governo Netanyahu.

La struttura temporale dell'accordo prevede una prima tregua di 6 settimane per rilascio di parte degli ostaggi in uno scambio con detenuti palestinesi e il ritiro dell'esercito dai centri abitati. Nel frattempo, una nuova trattativa per estendere in modo permanente il cessate il fuoco, ed infine l'avvio della ricostruzione della Striscia.

A New York la risoluzione ieri è passata - per andare incontro alle richieste di diversi Paesi che volevano fosse menzionato anche Israele - con un testo in cui si esortano "entrambe le parti ad attuare pienamente i termini del piano senza indugio e senza condizioni".

Gli americani ritengono che la firma dell'intesa sia condizionata da Hamas e per questo Blinken, arrivando ieri in Egitto, ha lanciato un appello ai Paesi arabi perché facciano "pressione" sulla fazione palestinese perché accettiVolato poi in Israele, Blinken ha detto a Netanyashu che il piano di tregua immediata potrebbe contribuire alla de-escalation anche al "confine settentrionale di Israele", sul fronte libanese, e a una "maggiore integrazione regionale".

La strada per la tregua, al netto dei pronunciamenti dell'Onu, resta in salita. Hamas, che insiste per ottenere una cessazione completa delle ostilità in cambio del sì all'accordo con Israele. Un funzionario di Hamas ha liquidato la posizione di Blinken come "di parte" perché "offre una copertura americana all'olocausto condotto dall'occupazione a Gaza". Sul fronte israeliano invece l'intesa viene ostacolata dall'ultradestra.

Sarebbe un "suicidio collettivo", ha avvertito il ministro Bezalel Smotrich, che insieme a Itamar Ben Gvir ha rafforzato la posizione oltranzista nei confronti di Hamas all'interno del governo dopo le dimissioni del leader centrista Benny Gantz. L'ex generale resta comunque in gioco, e non caso Blinken avrebbe incontrato anche lui durante la sua tappa in Israele. Gli americani apprezzano la sua posizione più moderata, che non esclude un governo palestinese a Gaza dopo la fine della guerra. 

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