Fatima El Galia, legale del gruppo che ha iniziato la protesta, ha detto ai cronisti che i suoi assistiti "possono documentare con prove" che sono "attivisti saharawi perseguitati". "Alcuni sono stati in carcere e sono stati torturati. Siamo davanti a fatti provati per chiedere protezione internazionale, perché rischiano la vita se ritornano nel loro paese", ha affermato il legale, denunciando che ci sono persone "fermate da settimane". "La Spagna non può né deve rimandarli in Marocco", ha aggiunto. Sabato, una ventina di manifestanti, molti familiari degli attivisti saharawi fermati a Barajas, hanno protestato davanti alla sede del ministero dell'Interno a Madrid. E oggi in segno di "solidarietà" con i saharawi si è recata all'aeroporto di Barajas la segretaria generale di Podemos, Ione Belarra.
Per far fronte ai problemi provocati dai richiedenti asilo, provenienti da vari paesi dell'Africa, quando fanno scalo nell'aeroporto madrileno, ed evitare il sovraffollamento nello scalo, il governo spagnolo ha adottato una serie di misure. Fra queste, l'istituzione di visti per il transito nei confronti di cittadini provenienti da Mauritania, Senegal, Kenia o Marocco, per evitare l'aggiramento delle leggi di immigrazione in modo da restare in maniera irregolare in Spagna. (ANSAmed).
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