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Goracci, 'gli aggressori non erano Hezbollah e non erano armati'

'Un gesto di collera' di familiari di 2 donne uccise nei raid

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 08 OTT - Non erano Hezbollah e non erano armati gli aggressori della troupe del Tg3 in missione in Libano, costata la vita all'autista locale Ahmad Akil Hamzeh.

"Hezbollah non c'entra nulla - racconta all'ANSA l'inviata Lucia Goracci -, è stato uno sfogo senza alcun risvolto politico, frutto della tensione diffusa tra la popolazione delle aree sotto attacco". Si è trattato - ha confermato riferendo parole della fixer Kinda Mahaluf - di un gesto di collera da parte dei familiari di due donne uccise nei raid, che solo casualmente ha trovato sfogo nell'aggressione alla troupe Rai.

"Tutto si è svolto nel giro di 15-20 minuti - ha proseguito l'inviata -; volevamo visitare il luogo di un bombardamento di due giorni fa e documentare la fuga dei pescatori dalle coste dopo l'allerta israeliana, muovendoci, come sempre, con prudenza e con tutti i permessi necessari. Stavamo riprendendo alcuni operai che ricostruivano delle serre, gente che passava, una donna anziana che ci ha rivolto alcune parole, quando un gruppo di persone senza insegne né armi o alcun segno di riconoscimento si è avvicinato con fare aggressivo. Un uomo ha tentato di rompere la telecamera con una pietra mentre alcuni lo aizzavano, altri lo trattenevano. Siamo risaliti in auto diretti a Beirut, inseguiti dall'uomo in sella a uno scooter". (ANSAmed).

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