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Tunisi: le ong in piazza per i diritti dei migranti

'No a criminalizzazione solidarietà", 'libertà per detenuti'

Redazione Ansa

(ANSA) - TUNISI, 18 DIC - In occasione della Giornata Internazionale del Migrante, attivisti di Ong e della società civile, coordinati dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes) hanno manifestato davanti al Teatro Comunale di Tunisi per dire "no alla criminalizzazione della solidarietà" e per chiedere "libertà per i detenuti". In una nota il Forum denuncia che "le politiche di immigrazione in Europa, nel Mediterraneo e in Tunisia stanno diventando sempre più brutali e costituiscono una violazione dei diritti umani e degli immigrati. Gli immigrati tunisini in Europa soffrono di nuove politiche legislative che li restringono, limitano i loro diritti e contribuiscono all'escalation del razzismo e dell'islamofobia. Sono esposti a campagne di odio da parte di gruppi politici fascisti e razzisti con lo slogan di combattere quella che chiamano "l'alluvione dell'immigrazione", "la difesa dell'identità" e "la minaccia demografica"".

Le organizzazioni della società civile sono soggette a continue campagne di criminalizzazione e stigmatizzazione, e la solidarietà con gli immigrati è diventata una "cospirazione contro la sicurezza dello Stato" e fornire aiuti è diventato un "riciclaggio di denaro", scrive ancora il Forum chiedendo la remissione in liberta di "detenuti sotto indagine in processi giudiziari che sono stati estesi per ulteriori indagini e per alimentare le narrazioni ufficiali". Il Forum chiede "il rilascio di tutti i detenuti e la cessazione dei procedimenti giudiziari contro i volontari coinvolti nel lavoro umanitario con i migranti". "Rifiutiamo la normalizzazione della morte dei migranti, della loro scomparsa in mare, al confine e nel deserto, e della privazione del loro diritto alla vita.

Chiediamo che il loro destino venga rivelato e che la verità sia presentata alle loro famiglie", prosegue il Ftdes. "Chiediamo a tutti noi di rispettare pienamente la dignità di ogni migrante, ovunque, indipendentemente dal suo colore, genere, religione o status amministrativo. Ciò significa costruire ponti, non muri, radicati nella solidarietà, nella condivisione e nel rispetto dei diritti umani", conclude la nota. (ANSA).

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