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Il Marocco di fronte alla sfida più grande dopo siccità record

Piogge sempre più rare e fabbisogno idrico in continua crescita

Redazione Ansa

(ANSAmed) - RABAT, 31 DIC - Secondo i dati del ministero dei Servizi e delle Acque, il tasso di riempimento delle dighe in Marocco ha raggiunto il 28,47%, ovvero 4.796,27 milioni di metri cubi di acqua disponibile. Un dato in leggero miglioramento rispetto a dicembre 2023 quando era del 23,29%, ma la situazione resta ancora al di sotto del livello utile per soddisfare le crescenti esigenze del Paese.

Il rapporto annuale 2024 del ministero evidenzia che la dipendenza dalle precipitazioni mette in luce i limiti della strategia nazionale per l'acqua, soprattutto in un contesto di siccità prolungata. L'agricoltura, che secondo il Dipartimento studi e previsioni fFinanziarie rappresenta quasi il 14% del Pil nazionale, è gravemente colpita. Le scarse precipitazioni hanno ridotto le superfici coltivate a meno di 2 milioni di ettari sui 2,5 milioni inizialmente previsti per le colture autunnali, riferisce il ministero dell'Agricoltura. L'irrigazione a goccia, sebbene sempre più utilizzata, non è sufficiente a compensare le perdite.

Il Marocco importa già il 40% del suo fabbisogno di cereali, secondo i dati dell'Ufficio nazionale interprofessionale per i cereali e i legumi (Onicl). Il calo della produzione locale dovuto allo stress idrico rischia di aumentare questa dipendenza, portando a un aumento dei prezzi alimentari e accentuando la precarietà delle popolazioni vulnerabili. La scarsità di risorse idriche influisce direttamente sulla copertura vegetale, essenziale per l'alimentazione del bestiame.

Secondo l'Alto Commissariato per la Pianificazione (Hcp), il 60% degli allevatori marocchini è in difficoltà per gli alti costi del foraggio e della riduzione dei pascoli. Il governo ha recentemente stanziato un sussidio di 1,2 miliardi di dirham per dare aiuto agli allevatori. La rapida espansione delle città marocchine sta esercitando una pressione crescente sulle risorse idriche.

Il Consiglio economico, sociale e ambientale (Cese) ha recentemente pubblicato un rapporto in cui evidenzia che quasi il 35% delle perdite di acqua potabile nelle grandi città sono dovute a perdite nelle reti. Secondo il ministero dell'Interno, le perdite legate ai rifiuti domestici rappresentano fino al 30% dei consumi urbani, un dato allarmante che richiede campagne di sensibilizzazione a livello nazionale. (ANSAmed).

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