Nell'annunciare la rinuncia alla polemica riforma dell'aborto, il premier ha assicurato che sarà modificata l'attuale normativa, per reintrodurre l'obbligo del consenso dei genitori all'aborto per le minori di 16 anni, e sarà varato un Piano di protezione della famiglia "entro fine anno".
Cardine delle riforme promesse da Rajoy nella vittoriosa campagna elettorale del 2011, il disegno di legge di Gallardon, approvato in prima lettura il 20 dicembre scorso dal consiglio dei ministri, cancellava di fatto la legge varata nel 2010 dal governo Zapatero, che ha fissato nelle 14 settimane il termine legale per abortire e consente la libera scelta anche alle minori di 16 e 17 anni, senza il consenso dei genitori.
L'aspetto più controverso della 'controriforma', i limiti imposti all'aborto anche in caso di malformazione del feto, in virtù della "difesa dei diritti dei non nati". La rinuncia al progetto di riforma dell'aborto è stata accolta come "un trionfo" da associazioni di donne e partiti della sinistra e dell'opposizione; mentre è stata liquidata come "una misura elettorale" dal segretario e portavoce della Conferenza Episcopale, José Maria Gil Tamayo. Da parte loro, i movimenti anti-aborto 'Hazte Oir' e 'Derecho a la vida' si sono mobilitati sotto la sede centrale del PP e hanno annunciato manifestazioni di piazza per i prossimi giorni.
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