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Libia: sospesa ministra Esteri per incontro con israeliano Cohen

Proteste di piazza a Tripoli, bruciate bandiere Stato ebraico

Redazione Ansa

TUNISI - Il primo ministro del governo libico di Tripoli, Abdelamid Dbeibah ha sospeso a titolo precauzionale la ministra degli Esteri Najla Al Mangoush e l'ha denunciata per avviare indagini penali sul suo conto, a seguito del suo "incontro segreto" a Roma con il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen.

La notizia dell'incontro di Roma ha immediatamente scatenato forti proteste a Tripoli. Già dalla tarda serata scene di pneumatici bruciati, bandiere d'Israele alle fiamme e gente in strada per chiedere le dimissioni di Mangush erano segnalati in vari quartieri della città dal The Libya Observer e The Libya Update.

La decisione del premier - riferisce il sito di Alwasat - prevede ora la formazione di una commissione investigativa presieduta dal ministro della Giustizia e la partecipazione del ministro degli Enti Locali e del direttore del Dipartimento Affari Legali e Reclami del Gabinetto.

Avrà il compito di indagare su Mangoush e fornire un rapporto a Dbeibah entro massimo di tre giorni. Il ministro della Gioventù, Fathallah Abdullatif al-Zini, sarà temporaneamente incaricato di dirigere il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

E' stato in particolare il capo del Consiglio presidenziale libico Mohammed Menfi a chiedere a Dbeibah di fornire spiegazioni sull'incontro a Roma. In una lettera a Dbeibah vista da Alwasat, Menfi ha affermato che l'incontro tra Mangoush e Cohen "non riflette la politica estera dello Stato libico" ed è "una violazione delle leggi libiche che criminalizzano la normalizzazione con l'entità sionista".

Menfi ha spiegato che la sua direttiva si basa sugli esiti del Forum di dialogo politico libico firmato a Ginevra il 7 novembre 2020, che affida al Consiglio di presidenza il compito di seguire e supervisionare il dossier di politica estera.

E all'attacco del governo di unità nazionale è andato l'ex capo dell'Alto Consiglio di Stato libico, Khalid al-Mishri, affermando che l'esecutivo riconosciuto a livello internazionale ha "oltrepassato tutte le linee rosse" e deve essere mandato a casa dopo l'incontro Mangoush-Cohen.

"Il progetto del governo di unità nazionale è andato oltre tutte le linee proibite ed è diventato un dovere abbatterlo", ha detto al-Mishri in una nota, riportata dal The Libya Update, sottolineando le informazioni che indicano che ci sono stati precedenti incontri tra funzionari libici in questo governo e visite nei territori occupati. 

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