Choukry ha chiesto di "garantire una gestione globale della migrazione in modo tale da contribuire al raggiungimento dello sviluppo sostenibile in conformità con i principi e gli obiettivi dell'istituzione, in consultazione con i governi dei Paesi in via di sviluppo che sopportano oneri significativi nella governance della migrazione".
L'Egitto si trova ad affrontare flussi crescenti di immigrati costretti a lasciare i loro Paesi a causa di conflitti, ragioni economiche o cambiamento climatico e "il sostegno che l'Egitto riceve dalla comunità internazionale non è commisurato agli oneri che sopporta per garantire una vita dignitosa a coloro che vi arrivano". Ha chiesto quindi un maggiore sostegno internazionale.
Pope, da parte sua, ha discusso con Shoukry delle modalità per sostenere e attivare il Fondo per le perdite e i danni, grazie al suo importante ruolo nel rafforzare la capacità dei Paesi di valutare gli impatti devastanti del cambiamento climatico e il suo impatto sui flussi migratori. Hanno anche discusso della cooperazione tra l'Egitto e l'organizzazione in Africa.
Si è parlato ovviamente anche della situazione a Gaza, della crescente necessità di fornire aiuti umanitari e aree sicure per dare rifugio agli sfollati, e del Sudan, Paese da cui al momento proviene la maggior parte degli immigrati in Egitto.
A questo proposito, il funzionario delle Nazioni Unite ha espresso la disponibilità dell'organizzazione a fornire sostegno all'Egitto per rafforzare la sua capacità di prendersi cura dei rifugiati sudanesi, in collaborazione con i Ministeri della Solidarietà Sociale e della Sanità.
La questione sta particolarmente a cuore all'Oim, che teme che quel conflitto si trasformi in una guerra dimenticata: in Sudan e Sud Sudan lavorano quasi 800 dipendenti delle Nazioni Unite impegnati ad aiutare il popolo sudanese. (ANSAmed).
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