(ANSAmed) - IL CAIRO, 23 APR - "Siamo di fronte ad un
crescente afflusso di immigrati in un momento in cui l'economia
egiziana sta soffrendo": lo ha detto il ministro degli Esteri
egiziano Sameh Shoukry, incontrando il direttore generale
dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) Amy
Pope, partita poi, questa mattina, per la Grecia.
Choukry ha chiesto di "garantire una gestione globale della
migrazione in modo tale da contribuire al raggiungimento dello
sviluppo sostenibile in conformità con i principi e gli
obiettivi dell'istituzione, in consultazione con i governi dei
Paesi in via di sviluppo che sopportano oneri significativi
nella governance della migrazione".
L'Egitto si trova ad affrontare flussi crescenti di immigrati
costretti a lasciare i loro Paesi a causa di conflitti, ragioni
economiche o cambiamento climatico e "il sostegno che l'Egitto
riceve dalla comunità internazionale non è commisurato agli
oneri che sopporta per garantire una vita dignitosa a coloro che
vi arrivano". Ha chiesto quindi un maggiore sostegno
internazionale.
Pope, da parte sua, ha discusso con Shoukry delle modalità
per sostenere e attivare il Fondo per le perdite e i danni,
grazie al suo importante ruolo nel rafforzare la capacità dei
Paesi di valutare gli impatti devastanti del cambiamento
climatico e il suo impatto sui flussi migratori. Hanno anche
discusso della cooperazione tra l'Egitto e l'organizzazione in
Africa.
Si è parlato ovviamente anche della situazione a Gaza, della
crescente necessità di fornire aiuti umanitari e aree sicure per
dare rifugio agli sfollati, e del Sudan, Paese da cui al momento
proviene la maggior parte degli immigrati in Egitto.
A questo proposito, il funzionario delle Nazioni Unite ha
espresso la disponibilità dell'organizzazione a fornire sostegno
all'Egitto per rafforzare la sua capacità di prendersi cura dei
rifugiati sudanesi, in collaborazione con i Ministeri della
Solidarietà Sociale e della Sanità.
La questione sta particolarmente a cuore all'Oim, che teme
che quel conflitto si trasformi in una guerra dimenticata: in
Sudan e Sud Sudan lavorano quasi 800 dipendenti delle Nazioni
Unite impegnati ad aiutare il popolo sudanese. (ANSAmed).
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Migranti: Il Cairo a Oim, serve più sostegno ai Paesi ospiti
Crisi del Sudan pesa sul Paese già in crisi economica