El País, ad esempio, racconta in dettaglio le storie di un giovane statunitense residente a Rabat, Timothy Hucks, due ragazze guineane intercettate in mare da gendarmi mauritani, Idiatou y Bella, e un 38enne camerunense bloccato dalla Guardia costiera tunisina prima di riuscire a raggiungere Lampedusa, François: tutti e quattro hanno vissuto esperienze simili e durissime, finendo loro malgrado in aree remote dopo aver subito arresti sommari e deportazione forzata.
Stando a fonti Ue consultate dagli autori dell'inchiesta, questi metodi impiegati per bloccare i flussi di migranti dall'Africa all'Europa sono "ampiamente noti" nelle sedi istituzionali comunitarie, benché non riconosciuti a livello ufficiale. Tunisia, Mauritania e Marocco hanno ottenuto negli ultimi anni grandi quantità di risorse destinate alle politiche migratorie da parte dell'Unione e di Stati membri (tra cui Spagna, Italia o Germania): ad esempio, tra 2015 e 2021 sono stati beneficiari di 400 milioni di euro del Fondo fiduciario di emergenza dell'Ue per l'Africa, mentre i loro corpi di polizia hanno ricevuto in dotazione veicoli, tecnologia e supporto per l'addestramento. I governi coinvolti negano che le loro politiche applicate in ambito migratorio contemplino pratiche illegali, scrive El País. (ANSAmed).
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