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Paesi Mediterranei uniti per sfide su ambiente, clima, energia

Ufm e Oecd lanciano da Istanbul centri di ricerca internazionali

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 21 MAG - Il Mediterraneo è la regione del mondo che si riscalda per il 20% in maniera più veloce del resto del pianeta e risulta quindi particolarmente vulnerabile sul degrado ambientale, sui fenomeni metereologici estremi e sulle crisi energetiche. Sono questi i punti da cui sono partiti i giorni di dibattito internazionale organizzati dalla Ufm (Unione per il Mediterraneo) e dall'Oecd (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in Turchia, con 150 esponenti esperti dei diversi temi e provenienti dai Pesi dell'area, per costruire insieme una piattaforma su cui lavorare per migliorare i risultati nelle sfide della sostenibilità.

A Istanbul la prima edizione della Mediterranean Greek Week ha visto f8nzionari pubblici, esponenti delle società provate, membri della società civile e scienziati al lavoro sin dall'evento inaugurale che ha visto l'apertura da parte del segretario generale dell'Ufm Nasser Kamel e del capo dell'OECD a Istanbul Achraf Bouali, insieme alla coordinatrice del programma sul Mediterraneo dell'Onu Tatjana Hema. "la regione euro-mediterranea - ha sottolineato Kamel - è un incrocio internazionale, con grandi cambiamenti metereologici sempre presenti che hanno bisogno di risposte più determinate e risolutive per la transizione verde. Per questo è imperativo per noi coltivare una comunità di consapevolezza della sostenibilità se vogliamo davvero affrontare le sfide che abbiamo davanti con la giusta resilienza. L'Unione per il Mediterraneo continuerà a fare tutto quanto ha potere per promuovere gli sforzi di collaborazione e creare nuove cooperazioni con questo obiettivo".

I tre giorni di confronto e riflessione hanno avuto al centro dei gruppi di lavoro il gas, l'abattimento delle emissioni e l'idrogeno. I gruppi hanno visto al lavoro insieme politici, rappresentanti delle industrie, regolatori, soggetti interessati all'energia, commerianti e armatori, rappresentanti delle istituzioni di fondi, tutti dalla regione euro-mediterranea per lavorare insieme su punti di vista e proposte sul gas naturale e quello del carbone, ma anche sulle tecnologie ora pulite e sui temi di abbattimento delle emissioni inquinanti. L'idea di base è di rinforzare insieme la sicurezza e la sostenibilità delle forniture di energia e degli commercio su questo tra diversi Paesi. I tavoli sono stati gestiti dall'Omec (Organizzazione Mediterranea dell'energia e del clima) insieme all'UfM.

La conferenza a Istanbul ha visto anche il lancio della Alleanza Mediterranea per il Centro Studi sul Cambiamento Climatico (MATTCC), che vedrà una gruppo di studiosi internazionali dell'area coordinati dall'Iniziativa per il Clima e lo Sviiluppo, un gruppo di lavoro già operativo in Marocco, dal gruppo italiano di studi Ecco che ha sede a Roma, e l'Ong di ricerche Sefia che è in Turchia. "Nelle riunioni di questi gironi - ha commentato Bouali - ci siamo concentrati sulle nostre responsabilità per guidare le sfide che la regione Mediterranea sta affrontando sull'ambiente, sull'energia, sui cambiamenti climatici. E' un momento per tutti noi di rinnovare il nostro impegno per promuovere lo sviluppo sostenibile e la cooperazione oltre i confini nazionali. Vogliamo il diritto di sfruttare le opportunità di un dialogo avanzato per formulare strategie comuni e formare delle collaborazioni che porteranno un Mediterraneo che sappia sostenere i cambiamenti".

Nelle giornate di riflessione i partecipanti hanno anche sottolineato la necessità di coinvolgere l'intera società nella battaglia, dalle autorità locali ai giovani e le donne per poter incoraggiare lo sviluppo di progetti politici che si allineino nella vita quotidiana dell'area. (ANSA).

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