SHENGJIN - "Il complesso dei due centri sarà operativo dal primo agosto 2024". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante le dichiarazioni congiunte con il primo ministro albanese Edi Rama dopo la visita all'hotspot per migranti a Shengjin, a 70 km circa da Tirana, in Albania.
"Italia e Albania sono storicamente nazioni amiche, che sono abituate a collaborare insieme e io voglio ringraziare ancora una volta il primo ministro Rama e il popolo albanese per aver offerto il loro aiuto e aver stretto con noi un accordo di grande respiro europeo" ha aggiunto Meloni, secondo cui "questo accordo sta diventando un modello, qualche settimana fa circa 15 nazioni europee su 27, la maggioranza dell'Ue, ha sottoscritto un appello alla Commissione per chiedere, fra le altre cose, che segua il modello italiano. Perfino la Germania, con il ministro dell'Interno, ha dichiarato di seguire con interesse questo accordo".
"L'accordo potrebbe essere replicabile in molti Paesi, potrebbe diventare una parte della soluzione strutturale dell'Unione europea. Lo capiamo noi e lo capiscono i sostenitori dell'immigrazione incontrollata che lo contestano. Abbiamo molti occhi puntati addosso, vogliamo riuscire. Un obiettivo del genere val bene due mesi di ritardo, legati alla natura dei terreni di Gjader che non avevamo previsto e hanno richiesto interventi di rafforzamento", ha detto ancora Meloni, accompagnata nella sua visita in Albania dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.
"Non stiamo spendendo risorse aggiuntive ma stiamo facendo un investimento", ha dichiarato ancora la premie parlando dei due centri per migranti in Albania. Il protocollo prevede spese da "670 milioni di euro per 5 anni, 134 milioni all'anno" che, ha aggiunto, "corrispondono al 7,5% delle spese connesse all'accoglienza dei migranti sul territorio nazionale: queste risorse non sono da considerare un costo aggiuntivo. I migranti condotti qui in Albania avrebbero dovunque essere condotti in Italia, dove costano. L'elemento di maggiore utilità di questo progetto è che può rappresentare uno straordinario strumento di deterrenza a chi vuole raggiungere irregolarmente l'Europa, e di contrasto ai trafficanti. E questo vuol dire portare a un contenimento dei costi".
"La struttura è pronta, ieri sono stati ultimati i lavori ed è passata sotto la gestione italiana", ha fatto sapere stamani Sander Marashi, direttore del porto di Shengjin.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it