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Marmorale, dietro il fermo della Mare Jonio c'è un disegno chiaro

Presidente Mediterranea dopo ispezione Guardia Costiera sulla nave

Redazione Ansa

PALERMO - "E' un procedimento assolutamente illogico e soggettivo. E' evidente che dietro questa prescrizione esiste un disegno che noi denunciamo. Non ascolteremo più i mea culpa del governo quando troveremo corpi di donne, uomini e bambini, dopo il prossimo naufragio". Così Laura Marmorale, presidente dell'associazione Mediterranea, intervenendo nel corso della conferenza stampa convocata poche ore dopo l'ispezione della Guardia costiera a bordo della nave Mare Jonio, ormeggiata al porto di Trapani.

"Da sei anni a questa parte - prosegue - da quando esistiamo, noi di naufragi ne abbiamo visti tantissimi. Da sei anni non abbiamo visto altro che criminalizzare la solidarietà. Noi lavoriamo affinché nessuno possa più morire nel mare Mediterraneo. Ci adopereremo affinché questa nave possa uscire dal porto con tutta l'attrezzatura necessaria per soccorrere le persone".

Si sono concluse ieri sera le ispezioni a bordo della Mare Jonio da parte di una squadra speciale della Guardia costiera mandata direttamente da Roma. La nave sarebbe dovuta partire per una missione di salvataggio nel Mediterraneo. Le ispezioni "ordinate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che fa capo al ministro Matteo Salvini", si legge in una nota della Ong, sono state effettuate "nel tentativo di bloccare le missioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale", precisa Mediterranea Saving Humans. La Guardia costiera ieri sera, a conclusione delle ispezioni, in una nota, aveva tenuto a precisare che "il team ispettivo specializzato in sicurezza della navigazione", era stato mandato a bordo per "accertare il mantenimento delle condizioni di sicurezza" in quanto la nave non sarebbe "abilitata alle operazioni di salvataggio". La Nave Jonio potrebbe andare quindi incontro ad un fermo amministrativo.

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