"Queste misure sono state adottate in seguito alla diffusione del fenomeno di alcuni individui che utilizzano deliberatamente i social network, in particolare TikTok e Instagram, per mostrare contenuti contrari alla pubblica morale o per usare espressioni o apparire in pose contrarie alla buona morale o ai valori sociali. "Ciò avrebbe un impatto negativo sul comportamento dei giovani che interagiscono con le suddette piattaforme elettroniche", scrive il ministero in una nota.
L'avvocato Mehdi Louati, presidente dell'Associazione tunisina per la lotta contro la criminalità informatica, ha dichiarato alla radio locale Mosaique Fm che "un reato nel mondo reale lo è anche nel mondo virtuale", spiegando che alcune piattaforme social si sono trasformate "in palesi luoghi di dissolutezza, e questo richiede una sanzione penale". Di avviso opposto l'ex deputato e leader del partito di centro Attayar, Hichem Ajbouni che su facebook ha scritto "no ai tribunali dell'Inquisizione e ai comitati per il rispetto della virtù e la repressione del vizio. Chi vuole preservare la buona morale e il rispetto dell'ordine pubblico deve innanzitutto dare l'esempio, e cominciare da se stesso a rispettare le leggi, non opprimere i cittadini né abusare dei loro diritti, non maltrattarli, togliergli le libertà o metterli in carcere senza motivo".
(ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it