(di Patrizio Nissirio)
ROMA - Promuovere con determinazione 'un'agenda positiva' per facilitare il dialogo, gli scambi e uno sviluppo condiviso, nonostante un contesto internazionale sempre più complesso e frammentato: in questa prospettiva si aprono oggi i Med Dialogues di Roma, giunti al loro decimo compleanno, in un Mediterraneo e un Medio Oriente attraversati da guerre devastanti, crisi climatica ed emergenze umanitarie. La tre giorni della conferenza organizzata dall'Istituto per gli studi politici internazionali (Ispi) e dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale prende il via questa mattina alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aperta dal vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e dal presidente dell'Ispi Franco Bruni.
Per Tajani, "i Dialoghi Mediterranei sono ormai divenuti un punto di riferimento a livello internazionale per discutere e confrontarci sui problemi strategici di un Mediterraneo allargato". Fra i partecipanti ci saranno ministri degli Esteri di Croazia, Giordania, Egitto, India, Libia, Libano, Yemen e Palestina, rappresentata da Riyad Maliki, inviato speciale e consigliere per gli Affari internazionali del presidente dell'Anp Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Per la prima volta sono stati invitati a prendere parte ai Med Dialogues anche i paesi dei Balcani occidentali, con i ministri degli Esteri di Albania, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord e Montenegro. Parteciperanno inoltre esponenti di alto livello di organizzazioni regionali e internazionali, tra cui il segretario generale della Lega Araba Ahmed Abou Gheit.
Ai lavori prenderanno parte anche numerosi esperti, analisti, accademici internazionali e giornalisti che si confronteranno sui temi-pilastro dei Med: sicurezza, cultura, prosperità e dimensione umana. Da dieci anni, la conferenza di Roma ha discusso, attorno a questi quattro capisaldi, di argomenti cruciali dello scacchiere mediterraneo e oltre: ad esempio, come promuovere la stabilità cercando di individuare strategie per affrontare conflitti, instabilità e minacce alla sicurezza nella regione; oppure la ricerca di opportunità economiche e di spinte per il commercio, l'innovazione e la creazione di posti di lavoro, specialmente nei paesi della sponda sud del Mediterraneo con una interdipendenza positiva con la sponda nord, o la cooperazione su temi trasversali come il cambiamento climatico, la gestione delle migrazioni e la sostenibilità, tra cui quella portata dalla transizione verde. Tra i punti di forza della conferenza, tenutasi anche durante gli anni della pandemia da Covid-19, la capacità di offrire uno spazio neutrale per il dialogo su temi controversi e delicati.