Forse potranno finalmente vedere un elefante, o magari una giraffa ? Il biglietto d'ingresso è molto modico: 3 shekel per gli adulti (75 centesimi di euro), e 2 shekel per i bambini. Ma quando si varca il cancello la eccitazione accumulata nei giorni precedenti svanisce.
Molte gabbie sono vuote. Quelle che in qualche modo hanno ospiti di qualche interesse - ad esempio un leone, un cervo, un pavone, una scimmia - denotano una forte povertà di risorse. Si comprende che gli animali esposti oggi sono quel poco che rimane a Gaza di anni di abbondanza in cui era possibile introdurre nella Striscia leoni, coccodrilli, cervi ed altri animali esotici mediante i tunnel di contrabbando scavati nel Sinai, sotto alla linea di demarcazione. Anni fa l'esercito egiziano li ha però neutralizzati definitivamente e di conseguenza la popolazione di tre zoo attivi a Gaza è andata impoverendosi.
Un altro colpo agli amanti degli animali è stato inferto nel 2014, durante combattimenti fra Hamas ed Israele in cui fu coinvolto uno zoo nel nord della Striscia. I guardiani furono costretti a fuggire e quando, 50 giorni dopo, tornarono alle gabbie scoprirono che molti animali erano morti di inedia. Altri erano fuggiti, e scomparsi. Il più noto degli evasi era un coccodrillo che aveva trovato riparo dai combattimenti all'interno di una rete fognaria. Fu catturato, riportato in gabbia, ma morì poco dopo.
Con il moltiplicarsi delle limitazioni ai valichi di Gaza con Egitto ed Israele l'ingresso di animali esotici a Gaza è cessato. Di conseguenza anche nello zoo municipale di Gaza, nel rione Sajaya, le gabbie sono andate svuotandosi. Ci sono ancora un leone ed una leonessa, ma sono ormai anziani e sul viale del tramonto. Il cervo da anni vive in totale solitudine e nessuno ricorda se abbia mai avuto una compagna. Di sicuro non c'è speranza che prolifichi. Per riempire in qualche modo le gabbie sono allora esposti animali piuttosto comuni: gatti, capre, conigli, anatre.
Issam ricorda bene che sette anni fa allo zoo di Gaza un asino fu dipinto con strisce verticali nere e bianche per rappresentare una zebra. Era evidentemente un falso clamoroso: eppure funzionò, e gli ideatori furono ricompensati dalle risate di comitive di bambini. Anche adesso che sono cresciuti, e che ancora non hanno mai visto né elefanti né giraffe, continuano a dire di aver potuto comunque "toccare con mano, una volta, una zebra". (ANSAmed).
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