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Il 'Canale dei faraoni' alla Biblioteca di Alessandria

Incrocio di suggestioni egizie a una recente conferenza italiana

Redazione Ansa

(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 30 GIU - Udire delle ultime scoperte sull'ancora semi-misterioso "Canale dei faraoni", preconizzatore di quello moderno di Suez; e farlo nella Biblioteca di Alessandria, la più ricca e grande del mondo antico: è la suggestione culturale, che solo l'Egitto può offrire, generata da una recente conferenza archeologica la quale ha attestato l'apprezzamento che il mondo accademico egiziano dimostra per gli studiosi italiani.

Domenica 25 giugno ha tenuto una conferenza su "Tell el-Maskhuta e il Canale dei Faraoni" Giuseppina Capriotti, ricercatrice del Cnr-Ispc (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) e, fino all'anno scorso, manager del Centro archeologico dell'Istituto italiano di cultura del Cairo e coordinatrice delle missioni di scavo italiane attive in Egitto.

Il sito di Tell el-Maskhuta si trova lungo l'ampia valle dello Wadi Tumilat, che corre est-ovest un poco a nord del Cairo, e costituisce, fin dalla più remota antichità, una strada privilegiata tra la Valle del Nilo e il Levante. Lungo lo stesso Wadi, nell'antichità fu scavato un canale navigabile, il cosiddetto Canale dei Faraoni, che connetteva il Mediterraneo con il Mar Rosso, come oggi il Canale di Suez.

L'antica città, celata dalla sabbia di Tell el-Maskhuta, va rivelando il suo profilo di ricco centro di confine, luogo di incontro di culture diverse, forte del suo ruolo di controllo della via terrestre e del canale navigabile, ha sottolineato Capriotti.

E come già annunciato dal Segretario Generale del Consiglio supremo delle Antichità egiziane, Mustafa Waziry, gli scavi dell'ultima stagione archeologica hanno rivelato una grande rampa, che sembra pertinente ad una struttura portuale sul canale; e una vasta discarica di anfore romane che - come nel caso di Monte Testaccio a Roma rispetto all'antico porto romano sul Tevere - non doveva essere lontano dal luogo di attracco e scarico.

Il ritrovamento di alcune anfore, che preservano ancora il loro contenuto, darà la possibilità di avere presto nuovi dati su materiali e traffici antichi, ha spiegato Capriotti.

L'invito a parlare le era stato inoltrato da Emad Khalil, eminente studioso, fondatore e direttore dell' "Alexandria University Centre for Maritime Archaeology & Underwater Cultural Heritage" nonché "Supervisor and Head of Researcher" dell' "Alexandria Center for Hellenistic Studies" della Bibliotheca Alexandrina.

L'interesse riguardante le scoperte archeologiche della missione Cnr-Ispc a Maskhuta dipende dalla loro importanza per la conoscenza del cosiddetto Canale dei faraoni e del ruolo dell'Egitto nel commercio internazionale in epoca ellenistica e romana.

L'esistenza del Canale dei faraoni in quest'area è ben nota dalle fonti, ma fino ad oggi, nonostante in molti lo abbiano cercato, non esiste precisa documentazione sul terreno: questo rende le scoperte veramente notevoli.

La missione Cnr-Ispc, guidata da Andrea Angelini e codiretta scientificamente da Capriotti, che peraltro l'ha fondata, scava comunque da anni a Tell el-Maskhuta, non lontano dal Canale di Suez.

L'attenzione scientifica e mediatica che l'Egitto sta riservando alle novità rivelate dal lavoro del gruppo di ricerca Cnr-Ispc sottolinea l'importanza delle scoperte che mostrano come, nell'antichità, l'Egitto fosse al centro di traffici commerciali e contatti culturali estremamente sviluppati e creativi: questo è stato un altro elemento della conferenza.

(ANSAmed).

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