Quest'estate, lo mdhalla è tornato in auge, diventando uno dei trend più popolari della moda tunisina. Nelle sue varie versioni lo si vede indossato da celebrità e influencer sui social media, e anche da persone comuni che vogliono sfoggiare un look trendy. Esso infatti protegge dal sole, consente alle donne di nascondere i loro capelli e può mettere al riparo dagli sguardi indiscreti. Ma l'importanza culturale dello mdhalla si riflette nelle sue molteplici varianti. Ogni regione della Tunisia può vantare il proprio stile distintivo, con dettagli che riflettono l'ambiente circostante e le tradizioni locali.
Questa diversità è un riflesso della ricchezza culturale del paese e dell'abilità dei suoi artigiani nel preservare e trasmettere il proprio patrimonio.
Tuttavia, lo mdhalla va ben oltre la moda e l'artigianato.
Esso racconta una storia profonda e connette il presente con il passato. Nei secoli scorsi, i contadini tunisini lo indossavano mentre lavoravano nei campi sotto il sole cocente. Il cappello non solo offriva ombra e protezione, ma simboleggiava anche la tenacia e la resilienza di un popolo che dipendeva dall'agricoltura per la sua sopravvivenza. Oggi, mentre la Tunisia affronta sfide e cambiamenti nel panorama geopolitico e sociale, lo mdhalla persiste come un segno di continuità e appartenenza. Mentre il paese si adatta ai mutamenti moderni, l'artigianato dello mdhalla ha anche sperimentato un rinnovato interesse, sia a livello locale che internazionale. I designer contemporanei stanno reinterpretando il classico cappello, mescolando elementi tradizionali con un tocco di innovazione. lo mdhalla rimane dunque un pilastro dell'identità tunisina, un cappello che va oltre la sua funzione pratica, trasportando con sé secoli di storia e cultura. Mentre le foglie di palma essiccate vengono intrecciate per creare un nuovo cappello, si perpetua anche un legame con il passato, un legame che continua a svolgere un ruolo significativo anche nella vita e nella società di oggi. (ANSA).
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