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Algeria, abito femminile dell'est è Patrimonio dell'Umanità

Riccamente addobbato, in uso per matrimoni e feste

Redazione Ansa

(di Hassen Houicha)

ALGERI - Un costume tradizionale femminile dell'Algeria orientale è entrato nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell'umanità. L'inserimento è stato annunciato di recente dal ministero della Cultura e delle Arti dopo l'approvazione da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco).

Si tratta di un costume da cerimonia indossato dalle donne della provincia di Costantina, capitale dell'Algeria orientale, nota anche come "la città dei ponti sospesi", e di altre regioni limitrofe. L'abito ha 19 variazioni, tra cui la Gandoura, la Melehfa, il caftano, la Chachya; ed è completato da 15 tipi di monili tradizionali come il Kheit er Rouh (il "Filo dell'anima"), un braccialetto che cinge la testa e lascia pendere un gioiello dalla fronte; i Mnaqach (orecchini), i Msayes (braccialetti per le mani) e i Khalkhal (bracciali per le caviglie).

L'annuncio dell'inserimento nella lista è venuto nella 19/a sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco in corso ad Asunción, in Paraguay, fino al 7 dicembre.

"Il successo dell'Algeria nella registrazione di questo dossier è il culmine di un duro lavoro di attuazione della strategia nazionale globale per la protezione e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del Paese", ha dichiarato il ministero della Cultura del Paese nordafricano in un comunicato. "È parte della memoria e del patrimonio di tutta l'umanità, che dobbiamo proteggere e valorizzare per rafforzare la nostra sicurezza culturale, che è al centro della nostra sicurezza nazionale globale", ha aggiunto il dicastero.

"L'approvazione di questa designazione da parte dell'Unesco è anche un omaggio agli sforzi dei ricercatori e degli esperti che hanno lavorato alla preparazione di questo dossier", si legge nella nota la quale aggiunge che sono stati coinvolti anche professionisti, accademici, esperti, ricercatori universitari, membri della società civile e cittadini "a tutti i livelli".

Per l'occasione, il ministro algerino della Cultura e delle Arti, Zouhair Blellou, nominato nell'ambito del rimpasto di governo del 18 novembre, ha sottolineato che la tradizione sartoriale femminile del Grande Est algerino, così come le relative decorazioni e il modo in cui i costumi vengono indossati durante le feste organizzate in diverse occasioni, costituiscono un esempio di patrimonio immateriale vivente.

In totale, l'Unesco aveva già riconosciuto otto elementi culturali algerini come patrimonio immateriale dell'umanità dal 2008 e al 2022, tra cui costumi tradizionali di diverse regioni, rituali e usanze seguite in varie occasioni religiose come i matrimoni, e persino la musica: il Raï, un canto popolare dell'Algeria occidentale, è stato inserito nella lista nel 2022.

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