Insomma, il Colosseo e le piramidi che, visti da migliaia di chilometri di distanza, non sono poi così lontani e appaiono separati solo da quel grande lago che è il Mediterraneo.
Lo ha rivelato il ministro del Turismo e delle Antichità egiziano, Sherif Fathy, dopo un incontro bilaterale con il ministro Daniela Santanchè, svoltosi la settimana scorsa a Hurghada a margine dell'inaugurazione della Scuola Italiana di Ospitalità "Campus Enrico Mattei", il primo istituto per la formazione professionale turistica italiana in Egitto.
"Abbiamo troppi siti e troppi prodotti che non sono ben commercializzati in altri paesi", ma "ora ci stiamo lavorando, passo dopo passo: creeremo nuovi prodotti, costruiremo nuovi itinerari che possano essere attraenti per segmenti di diversi paesi", ha premesso il ministro parlando giovedì 24 ottobre a giornalisti nella località balneare sulla costa continentale egiziana del Mar Rosso.
"Di uno di questi prodotti", ha aggiunto Fathy, "ho discusso oggi con il ministro del Turismo italiano: riguarda le persone che vengono da lontano, ad esempio dal Giappone, dagli Stati Uniti e dalla Cina: possono combinare Italia ed Egitto, specialmente se sono interessati" a integrare "il turismo culturale con qualche soggiorno in resort balneari".
"È un modello in cui Italia ed Egitto potrebbero collaborare facilmente. Questo è certo al 100%", ha sentenziato il ministro dopo essersi soffermato sul concetto di "combinazione" di mete e tipi di vacanza: nel sottolineare gli sviluppi sulla costa nord, quella mediterranea dove sono in corso grandi investimenti, Fathy ha detto che lì i turisti combinano i soggiorni balneari con quelli del benessere nell'oasi di Siwa.
"Se abbiamo l'atteggiamento giusto e la volontà di cooperare, penso che tutto sia possibile", ha dichiarato il ministro responsabile di un settore, quello turistico, che genera quasi un decimo del Pil egiziano grazie ai circa 15,3 milioni di arrivi con cui si dovrebbe concludere quest'anno. (ANSAmed).
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