(ANSA) - POTENZA, 03 SET - "Come Cgil Basilicata facciamo
appello a tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e di
opposizione, affinché ritirino in modo bipartisan la legge
regionale numero 23 del 12 agosto 2024 con cui il parlamentino
lucano ha aumentato le spese dei gruppi consiliari di oltre 450
mila euro annui. Si tratta di dettare le giuste priorità
all'agenda politica del governo di questa regione che, come ben
sappiamo, vive grandissime criticità".
Il rappresentante sindacale ha ricordato che "in Basilicata a
giugno si contavano già cinque milioni di ore di cassa
integrazione per il 2024. Preoccupa il tasso di povertà tra i
lavoratori, come attestato dalla Caritas, dovuto soprattutto ai
contratti precari, mentre il crescente spopolamento e l'aumento
dell'età media dei lucani nei prossimi anni determinerà in modo
negativo la partecipazione al mercato del lavoro, specie dei
giovani. A fronte di una forte crisi dei maggiori settori
produttivi, l'automotive con Stellantis, l'estrazione
petrolifera con i ritardi nei progetti per la transizione
energetica, la sanità con tutte le criticità che riguardano i
lunghissimi tempi di attesa e l'elevato tasso di migrazione
sanitaria, l'agricoltura in ginocchio a causa della siccità e
dei mancati adeguamenti infrastrutturali - ha proseguito Mega -
lo spettacolo indecoroso sull'accoglienza dei lavoratori
migranti impiegati nella raccolta del pomodoro con i fondi Pon a
disposizione ma i centri d'accoglienza chiusi, è impensabile che
tra le priorità della politica ci sia un aumento dei costi del
personale. Crediamo pertanto che il Consiglio regionale tutto
debba ravvedersi, ritirando subito la legge. In assenza di
risposte - ha concluso - l'unica strada resta quella del
referendum che tutta la Cgil sosterrà con forza. In attesa della
procedibilità di questo strumento di democrazia diretta,
lanceremo una petizione on line a sostegno dell'abrogazione di
questa vergognosa norma". (ANSA).
Regione: Cgil, ritirare la legge sull'aumento delle spese
La richiesta del segretario generale lucano, Fernando Mega