Basilicata

Regione: Cgil, ritirare la legge sull'aumento delle spese

La richiesta del segretario generale lucano, Fernando Mega

Redazione Ansa

(ANSA) - POTENZA, 03 SET - "Come Cgil Basilicata facciamo appello a tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, affinché ritirino in modo bipartisan la legge regionale numero 23 del 12 agosto 2024 con cui il parlamentino lucano ha aumentato le spese dei gruppi consiliari di oltre 450 mila euro annui. Si tratta di dettare le giuste priorità all'agenda politica del governo di questa regione che, come ben sappiamo, vive grandissime criticità". Lo ha sottolineato, in una nota, il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega.
    Il rappresentante sindacale ha ricordato che "in Basilicata a giugno si contavano già cinque milioni di ore di cassa integrazione per il 2024. Preoccupa il tasso di povertà tra i lavoratori, come attestato dalla Caritas, dovuto soprattutto ai contratti precari, mentre il crescente spopolamento e l'aumento dell'età media dei lucani nei prossimi anni determinerà in modo negativo la partecipazione al mercato del lavoro, specie dei giovani. A fronte di una forte crisi dei maggiori settori produttivi, l'automotive con Stellantis, l'estrazione petrolifera con i ritardi nei progetti per la transizione energetica, la sanità con tutte le criticità che riguardano i lunghissimi tempi di attesa e l'elevato tasso di migrazione sanitaria, l'agricoltura in ginocchio a causa della siccità e dei mancati adeguamenti infrastrutturali - ha proseguito Mega - lo spettacolo indecoroso sull'accoglienza dei lavoratori migranti impiegati nella raccolta del pomodoro con i fondi Pon a disposizione ma i centri d'accoglienza chiusi, è impensabile che tra le priorità della politica ci sia un aumento dei costi del personale. Crediamo pertanto che il Consiglio regionale tutto debba ravvedersi, ritirando subito la legge. In assenza di risposte - ha concluso - l'unica strada resta quella del referendum che tutta la Cgil sosterrà con forza. In attesa della procedibilità di questo strumento di democrazia diretta, lanceremo una petizione on line a sostegno dell'abrogazione di questa vergognosa norma". (ANSA).
   

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