Basilicata

Stellantis, secondo report Fim a Melfi produzione a picco

Nei primi nove mesi dell'anno -61,9%, quasi 90 mila vetture

Redazione Ansa

(ANSA) - POTENZA, 02 OTT - Nello stabilimento Stellantis di Melfi (Potenza) "il dato produttivo nei primi nove mesi rispetto all'anno precedente è fortemente negativo, con un -61,9 per cento, che in termini di volumi significa quasi 90 mila vetture in un solo anno. È lo stabilimento che perde la maggiore quantità di auto": sono i dati del report sulla produzione nelle fabbriche italiane di Stellantis, presentato oggi dalla Fim-Cisl.
    "Delle 54.240 auto prodotte, il 34 per cento è rappresentato da 500X, il 28 per cento da Jeep Renegade e il 38 per cento da Jeep Compass. Nel primo trimestre gli stop produttivi collettivi sono stati complessivamente 28 giorni, nel secondo 37, nel terzo 40, per un totale di 105 giorni gestiti con il contratto di solidarietà. Negli altri giorni, l'utilizzo del Cds è stato nel primo trimestre del 23 per cento, pari a una media di 1.282 lavoratori ogni giorno; nel secondo trimestre con un 40 per cento su una media di 1.500 lavoratori giornalieri e peggiorando ulteriormente nel terzo trimestre del 60 per cento".
    Nel sottolineare le "ripercussione negative in termini occupazionali", la Fim-Cisl ha ricordato che "da metà maggio 2023 la turnazione nello stabilimento si è ridotta passando da 17 a 15 turni, ma da inizio anno di fatto si sta viaggiando su due turni. La situazione di Melfi è comunque difficile e complessa. Soprattutto nella fase di transizione verso i cinque nuovi modelli multibrand sulla piattaforma Bev Stla Medium, che certamente rappresentano una risposta positiva in termini di prospettiva futura per lo stabilimento lucano, ma che in questa fase di preparazione ha comportato la stipula di un nuovo Contratto di solidarietà che scade il 26 giugno 2025". Guardando al futuro, quando la produzione a Melfi di cinque nuovi modelli sarà a regime "sarà di circa 260 mila vetture all'anno, che secondo la direzione aziendale dovrebbe saturare l'impianto", previsione "che sarà tutta la verificare vista la situazione".
    Anche nell'indotto - dove attualmente sono occupati circa tremila lavoratori - "la situazione è molto critica", secondo l'analisi della Fim-Cisl. (ANSA).
   

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