Da settimane, a Potenza e in altri 28 comuni della Basilicata, ogni giorno l'erogazione di acqua viene interrotta alle ore 18.30 (il sabato alle 23) e poi viene ripristinata alle 6.30, ma in alcuni casi anche più tardi. La crisi idrica dello schema Basento-Camastra è ormai diventata un'emergenza per famiglie e imprese: nel capoluogo lucano oggi è stata la giornata della protesta che ha portato in piazza centinaia di persone, tra cui molti studenti che hanno, tra l'altro, rivendicato con ironia, ma non troppo, il "diritto alla doccia".
Nei primi giorni delle restrizioni dell'erogazione idrica, cominciate già in estate, le polemiche si erano sviluppate soprattutto sui social. Nelle ultime due settimane, il livello di tensione si è innalzato fino ad arrivare sotto i Palazzi, in seguito alla decisione dell'Unità di crisi - con a capo il presidente della Regione, Vito Bardi (Forza Italia), nominato dal governo commissario per l'emergenza - di far confluire l'acqua del fiume Basento nella diga del Camastra. Ormai vuoto, l'invaso artificiale è al centro delle difficoltà di approvvigionamento per i 29 Comuni (su un totale di 131 lucani) in cui abitano circa 140 mila persone (oltre 60 mila a Potenza).
"Il Basento ci fa paura", hanno urlato i manifestanti, preoccupati per i livelli di inquinamento del fiume lucano più importante. Finora però i controlli effettuati dall'Arpa Basilicata sono stati rassicuranti, come ricordato ieri in in un videomessaggio dal governatore Bardi, e nei prossimi giorni sarà chiesta anche la collaborazione dell'Istituto superiore di sanità. Ma ai manifestanti, guidati dal Comitato Acqua pubblica Camastra, tutto ciò non basta e così oggi hanno chiesto e ottenuto di essere ricevuti, con una delegazione, in Prefettura, prima, e in Comune, poi. Al sindaco Vincenzo Telesca (centrosinistra) hanno chiesto di "schierarsi" dalla loro parte.
"Da sempre - ha ribattuto il primo cittadino potentino - bevo acqua del rubinetto. Non compro quella in bottiglia. Io rappresento un'istituzione, ma voglio quello che vogliono i cittadini che manifestano: accertamenti continui sulla potabilità dell'acqua. Come rappresentante di un'istituzione non potrò però mai strumentalizzare questa situazione, ma collaborerò sempre con le altre istituzioni", ha concluso Telesca, riferendosi anche all'incontro convocato da Bardi con i 29 sindaci per mercoledì prossimo, 20 novembre. Intanto la polemica politica è già esplosa: "Il presidente-commissario Bardi preferisce comunicare - hanno detto i consiglieri regionali della minoranza di centrosinistra - solo attraverso un video e si sottrae continuamente al confronto sull'emergenza idrica, che fino a questo momento è stata gestita in maniera inadeguata".