(ANSA) - CATANZARO, 16 MAR -"Nel codice esiste un reato estremamente grave che si presta ad una difficile dimostrazione, l'istigazione al suicidio. Certamente c'è stato un accanimento giudiziario nei confronti di Giusti". A lanciare la provocazione l'avv. Geppo Femia, legale di Giancarlo Giusti, l'ex Gip del Tribunale di Palmi suicidatosi ieri a pochi giorni dalla conferma in Cassazione della condanna per avere avuto rapporti con presunti esponenti della 'ndrangheta. "Si è ucciso per dimostrare la sua innocenza, non per vergogna", aggiunge Femia.
"A Giusti - ricorda il legale - di ritorno dalla Cassazione dissi: 'tu puoi avere tutti i rapporti, anche che io non conosco, con Lampada; puoi avere
concordato di fare tutto quello che ti pare per chissà quanti milioni, ma da queste carte tu per me sei assolutamente innocente. Non c'è una corrispondenza con quanto tu hai fatto, che certamente è censurabile dal punto di vista strettamente deontologico. Ma da qui ad arrivare al reato ne passa'".
Giusti si è impiccato nella sua abitazione di Montepaone, il centro del Catanzarese dove viveva da alcuni mesi.
La sua ultima intervista (su YouTube)
Giusti, che aveva 48 anni, viveva a Montepaone da quando si era separato dalla moglie.
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