(ANSA) - RIACE, 18 FEB - "L'unica cosa che ho da contrapporre
a quello che ha sentenziato il giudice è la mia vita. Non ho
commesso i reati per i quali sono stato condannato.
I giudici hanno disposto per Lucano una pena quasi doppia
rispetto a quella chiesta dal pubblico ministero, che era stata
di 7 anni e 11 mesi.
All'incontro erano collegati, in videoconferenza, padre Alex
Zanotelli, missionario comboniano, ed il senatore Gregorio De
Falco, entrambi vicini alle posizioni di Lucano.
"Mi accusano, tra l'altro - ha aggiunto Lucano - di abuso
d'ufficio. Ma quale motivo avevo di commettere eventuali abusi
se non quello di rispettare le persone ed evitare che finissero
per strada e che i loro bambini venissero cacciati dalla scuola?
Si parla di truffa perché avrei mantenuto oltre il tempo
consentito i migranti, determinando un danno economico per lo
Stato. Ma i fatti dimostrano esattamente il contrario perché il
danno per lo Stato si sarebbe determinato se entro sei mesi
dall'avvio avessi interrotto il progetto d'integrazione dei
migranti. Ed é in quel caso che l'accoglienza non serve a nulla
se non a chi la gestisce. L'appello ai giudici di secondo grado
è un percorso quasi obbligato. Penso che il processo a mio
carico sia stato soprattutto a livello mediatico. Ma un conto è
una sentenza di condanna ed un altro è quello che avviene fuori
dalle aule di giustizia".
"Non lo so se credere nel processo d'appello. Ciò in cui credo -
ha detto ancora l'ex sindaco di Riace - é il fatto che, ormai,
non ho più paura di niente e di nessuno. Tanto nella vita passa
tutto in fretta. Ciò che, però mi farebbe troppo male sarebbe
subire una denigrazione e una delegittimazione sul piano morale
per cose che non ho fatto". (ANSA).
Riace: Lucano, "alle accuse contrappongo la mia vita"
Conferenza stampa dell'ex sindaco con difensori Pisapia e Daqua