(ANSA) - CATANZARO, 25 FEB - Ferma presa di posizione di
Ordine e sindacato della Calabria dei giornalisti e di un gruppo
di testate regionali contro le "querele temerarie", interpretate
come "un attacco e un tentativo di mettere il bavaglio alla
libera stampa".
"È inutile girarci attorno - si afferma in un documento -.
Non si mette in dubbio il diritto di rivolgersi ad un giudice
qualora ci si ritenga diffamati. Il punto è che il campionario
che ogni redazione può esibire mostra richieste tanto bizzarre
da fare sorgere il dubbio che la vera questione sia un'altra, e
cioè cercare di mettere il bavaglio alla stampa. Ci si muove nel
terreno che segna la distanza tra la lesione della propria
onorabilità e il tentativo di intimidire cronisti, editorialisti
e testate. La sensazione, però, è che spesso si tenda a
raggiungere il secondo obiettivo. Non ci stracceremo le vesti
per questo e continueremo tutti a fare il nostro lavoro. A
raccontare fatti, riportare opinioni, evidenziare le
incongruenze di una regione in cui il 'grigio' si allarga sempre
più. E ci difenderemo dalle richieste di risarcimento e dalle
querele temerarie. Ciò che però non possiamo più fare è restare
in silenzio davanti a metodi e numeri che fanno pensare ad un
attacco vero e proprio alle prerogative della libera stampa. È
tempo di rispondere a questa aggressione".
Il documento é stato sottoscritto da Giuseppe Soluri e Andrea
Musmeci, presidenti, rispettivamente, dell'Ordine e del
Sindacato dei giornalisti della Calabria; Michele Albanese,
presidente dell'Unci Calabria; Arcangelo Badolati, giornalista e
scrittore, e dalle testate Corriere della Calabria, Quotidiano
del Sud, Zoom 24, La Nuova Calabria, I Calabresi,
Catanzaroinforma, Calabria7 e
il Crotonese. (ANSA).
Giornalisti contro 'querele temerarie',sono bavaglio stampa
Presa di posizione di Ordine, sindacato e testate della Calabria