(ANSA) - CATANZARO, 26 LUG - Sono stati assolti Antonio
Criniti, di 32 anni, e Filippo De Marco, di 42, accusati di
essere stati gli esecutori materiali dell'omicidio di Matteo
Vinci, il biologo di 42 anni che morì il 9 aprile del 2018 a
Limbadi, nel Vibonese, a causa dello scoppio di una bomba
collocata sotto l'automobile su cui viaggiava insieme al padre
Francesco, di 73 anni, che rimase gravemente ferito.
La sentenza è stata emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro,
Matteo Ferrante, a conclusione del processo con rito abbreviato.
Il pubblico ministero, Andrea Mancuso, sostituto procuratore
della Dda di Catanzaro, aveva chiesto la condanna all'ergastolo
dei due imputati.
Per Criniti e De Marco, difesi dagli avvocati Mario Tassone e
Vincenzo Cicino (il primo) e Giuseppe Orecchio (il secondo) il
Gup ha disposto la condanna, rispettivamente, a 10 anni e 10
anni e 8 mesi di reclusione per i reati di coltivazione,
trasporto e spaccio di sostanze stupefacenti.
Per quanto riguarda i reati in materia di droga, il Gup ha
condannato anche Vito Barbara, di 32 anni, a 16 anni di
reclusione (ne erano stati chiesti 20); Domenico Bertucci, di
29, a 8 anni (8 anni e 8 mesi); Pantaleone Mancuso, di 59, a 9
anni (9 anni e 2 mesi) e Alessandro Mancuso, di 24, a 3 anni e 4
mesi (7 anni e 8 mesi).
I presunti mandanti dell'attentato ai danni di Matteo Vinci e
del padre, Rosaria Mancuso ed il genero Vito Barbara, il 14
dicembre del 2021 erano già stati condannati all'ergastolo dalla
Corte d'assise di Catanzaro. (ANSA).
Ucciso da bomba in auto, assolti i due presunti esecutori
Sentenza del Gup di Catanzaro. Il Pm aveva chiesto ergastolo