(ANSA) - CATANZARO, 08 NOV - "Ho appreso della tesi
dell'omicidio dai giornali e nel 2018 quando mi ha sentito il
procuratore Facciolla. Quindi mi sono meravigliato del fatto
che, se fosse stato così, mai nessuno all'epoca mi domandò di
reperire notizie in merito.
"Tra l'altro quando avvenne il fatto - ha detto Pino - io mi
trovavo a Milano. Ero latitante in quanto miei confronti pendeva
un ordine di cattura della procura di Paola, poi revocato a fine
novembre. Devo dire che io non conoscevo Bergamini, non sapevo
neanche della sua esistenza fino al momento del decesso". Franco
Pino ha parlato anche dei suoi rapporti con il Cosenza calcio.
"Conoscevo il presidente Serra - ha chiarito - e qualche
dirigente. Serra non mi ha mai chiesto notizie circa la morte di
Donato". Infine, il collaboratore di giustizia ha evidenziato
che "non posso dire con precisione se la criminalità organizzata
si fosse interessata alla morte di Bergamini". Il pentito ha
affermato tuttavia di avere combinato due partite così come
richiestogli dalla società silana: "Parliamo di Cosenza-Avellino
del 1990, e Cosenza-Pescara del 1994 - ha detto - ma in quel
periodo il presidente era Bonaventura Lamacchia".
Il prof. Pasquale Toscarelli. perito incaricato dalla Procura
all'epoca dei fatti, ha poi definito la propria relazione "un
diario sullo stato dei luoghi perché - ha spiegato - non ho mai
avuto elementi tecnici, nonostante avessi chiesto più volte la
documentazione. Non la considerate una consulenza, la verità è
che avrei dovuto rifiutare di stilare questo documento perché
non avevo elementi tecnici, non ho mai visionato il cadavere di
Bergamini, né il camion". (ANSA).
Bergamini:boss pentito,non so se crimine interessato a morte
Perito dell'epoca, relazione un diario, non vidi corpo e camion