(ANSA) - CROTONE, 28 FEB - "KR46M0". La sigla è impressa
sulla più piccola delle 65 bare che si trovano al Palamilone.
Bare nelle quali riposano i resti dei naufraghi morti domenica
sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Spiega che in nella bara
c'è la vittima numero 46 e che si tratta di un bambino di pochi
mesi. Lo zero indica che non aveva neppure un anno. Su 23 di
quelle bare c'è una targa con il nome. Tanti ancora sono senza
identità.
Sulla piccola bara bianca c'è un'automobilina della polizia a
testimoniare anche il sentimento di dolore delle forze
dell'ordine per quanto accaduto. Sono i poliziotti della
scientifica e dell'immigrazione della Questura di Crotone che
stanno identificando, uno per uno quei morti. Dai neonati, alle
ragazze, agli adulti. Nei loro occhi si leggono le forti
emozioni provate, condivise con parenti, amici. Con i
sopravvissuti che arrivano a piccoli gruppi dal Cara. Su ogni
bara un'impresa locale ha fatto mettere un mazzo di fiori a
conferma della condivisione della tragedia da parte della
comunità locale. Oggi in tanti avrebbero voluto entrare a dare
un saluto ai fratelli stranieri, ma vicini nella tragedia.
L'apertura della camera ardente però è stata spostata a domani
dalla Prefettura in considerazione del prolungarsi delle
attività medico legali.
Rappresentanti delle comunità straniere delegati da parenti
delle vittime hanno fatto la spola. Ognuno aveva con se foto
inviate dai Paesi di provenienza e, insieme agli agenti della
scientifica, guardavano su un display le immagini dei cadaveri
per i raffronti. Le grida di disperazione udite sin da fuori il
Palamilone confermavano il riconoscimento di una salma. Donne e
uomini arrivati da Austria e Germania, hanno pianto i loro
morti, urlato il loro dolore. Per loro è stato attivato un
supporto psicologico.
La comunità marocchina della provincia è stata autorizzata ad
entrare per una preghiera. In 25 si sono fermati davanti alle
bare. "La nostra preghiera - ha spiegato Tarik Chaouki, della
moschea di Cirò Marina - è un aiuto per questi fratelli morti
per farli arrivare in Paradiso. Non hanno qui le loro famiglie e
noi abbiamo pregato per loro. E' un grande dolore per noi
musulmani e per tutta la comunità crotonese e italiana". (ANSA).
Il dolore nella camera ardente dei morti per il naufragio
Dall'estero a Crotone i parenti delle vittime per riconoscimenti