Sequestro record di cocaina nel porto di Gioia Tauro. I finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria ed i funzionari dell'Ufficio dogane hanno trovato in due container provenienti da Guayaquil, nell'Ecuador, e destinati in Armenia, attraverso il porto di Batumi, in Georgia, due tonnellate e 734 chilogrammi di cocaina purissima.
La cocaina contenuta nei container, refrigerati e lunghi oltre 12 metri, era occultata in un carico di frutta composto da 78 tonnellate di banane.
L'operazione che ha portato al sequestro delle quasi tre tonnellate di cocaina, finalizzata al contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, è stata condotta con il coordinamento e la direzione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Nel porto di Gioia Tauro, dal mese di gennaio del 2021 ad oggi, sono state sequestrate complessivamente circa 37 tonnellate di cocaina.
"L'eccezionale risultato conseguito - è detto in una nota stampa - è il frutto di un'attività di intelligence e di analisi costante delle rotte commerciali che dal Sud America giungono al Mar Nero, transitando dallo scalo calabrese. Gli approfondimenti sulla documentazione reperita e i controlli incrociati, effettuati mediante le banche dati, sulle società coinvolte nell'operazione hanno confermato le ipotesi investigative e la necessità di procedere all'ispezione dei due box refrigerati in cui era nascosta la cocaina. La cocaina è stata individuata dopo lunghe e complesse operazioni di ricerca, con l'ausilio di sofisticati scanner in dotazione all'Ufficio dogane e delle unità cinofile della Guardia di Finanza, con il cane antidroga Joel. La sostanza stupefacente sequestrata, risultata di qualità purissima ed in perfetto stato di conservazione, avrebbe fruttato ai trafficanti un introito di oltre 800 milioni di euro". "Anche in considerazione dell'ingente quantitativo di droga - si afferma ancora nel comunicato - per le operazioni di trasporto e la successiva distruzione sono stati impiegati oltre 30 militari specializzati della Guardia di finanza che hanno curato il dispositivo di sicurezza. Nei giorni antecedenti all'operazione, le complesse ed articolate attività di analisi di rischio e i riscontri fattuali sui migliaia di contenitori provenienti dal Sud America avevano consentito ai militari della Guardia di finanza e ai funzionari doganali di individuare ulteriori carichi di cocaina per un totale di 600 chilogrammi. Lo stupefacente, in questi casi, era stato occultato in sei container in modalità sempre differenti: tra la merce, in doppi fondi o, ancora, nelle intercapedini esterne dei box. Tutti i container trasportavano frutti esotici con provenienza dall'Ecuador e, dopo il transhipment a Gioia Tauro, sarebbero dovuti giungere in diversi porti, sia in Italia che all'estero, in particolare in Croazia, Grecia ed ancora Georgia. Le modalità di occultamento dello stupefacente si dimostrano spesso differenti e sempre in via di evoluzione, obbligando gli investigatori a perfezionare di volta in volta le metodologie operative".