Calabria

Lavori del Comune a una ditta vicina a cosca, tre arresti

Operazione carabinieri e Pg Procura Catanzaro nel crotonese

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANZARO, 17 NOV - I carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro (Crotone) insieme a personale della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Catanzaro nei confronti di tre persone. Si tratta di Antonio Bagnato, di 56 anni, reggente del sodalizio 'ndranghetistico attivo a Roccabernarda e nei Comuni limitrofi, attualmente ristretto in regime di carcere duro dopo una condanna definitiva per associazione mafiosa; Gianfranco Bagnato (50) e Antonio Lonetto (43). I tre sono indagati, a vario titolo, per estorsione, danneggiamento e turbata libertà nella scelta del contraente, aggravati dal metodo mafioso.
    I militari hanno anche eseguito un sequestro preventivo del valore di 157.037,57 euro nei confronti di Lonetto, titolare di una ditta di lavori elettrici del luogo, al quale sono stati sequestrati i conti correnti, intestati alla sua azienda, e il denaro trovato nella sua disponibilità.
    La nuova indagine rappresenta il proseguimento dell'inchiesta "Trigarium" scattata a luglio 2018 contro le cosche di Roccabernarda. L'inchiesta parte da novembre 2018 e ha permesso di documentare affidamenti da parte del Comune di Roccabernarda, dal 2009 al 2017, di 101 appalti per la realizzazione di lavori elettrici, per un valore complessivamente calcolato in 172.235 euro, alla ditta di Lonetto, il quale aveva sostanzialmente ottenuto il monopolio degli interventi manutentivi. È stato inoltre accertato il perpetrarsi di danneggiamenti nei confronti di cittadini che avevano scelto delle altre società per l'esecuzione di lavori elettrici, come un docente di Santa Severina, che, a causa del diniego del pagamento del "pizzo" a Bagnato per la costruzione di un oleificio, nel settembre del 2019 è stato vittima del taglio a scopo intimidatorio di 103 piante di ulivo.
    Viene anche contestato l'incendio doloso, verificatosi nell'aprile 2015, di un furgone, intestato a una ditta individuale di Roccabernarda operante nel settore dei lavori elettrici e finalizzato a indurre il suo titolare a non partecipare alle gare per l'acquisizione di "commesse pubbliche" o ad accettare dei lavori dai privati. (ANSA).
   

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