Nel nostro Paese sono tante le arterie che vengono definite "strade della morte" per la loro pericolosità. Ma nel caso della statale 106 ionica, più che di una definizione si tratta di una constatazione.
La statale ionica é da anni è al centro delle attenzioni anche politiche proprio per la sua pericolosità, ma non è mai stata oggetto in realtà dei sempre più indispensabili interventi di messa in sicurezza. L'Anas ne ha già ammodernato più tratti, ma gli incidenti si verificano a ritmi ben più rapidi rispetto ai tempi ed alle programmazioni dell'azienda delle strade statali. Ed i morti così si contano a decine. Una macabra lista che i quattro deceduti di oggi contribuiscono ad allungare.
Le vittime erano tutte di San Luca. Sono Antonella Romeo, di 18 anni; Teresa Giorgi, di 34; Elisa Pelle, di 24, e Domenico Romeo, di 27. Il ferito ha 52 anni e stava raggiungendo Soverato, dove risiede. L'uomo è stato sottoposto all'alcol test, del quale adesso si attende l'esito.
Sul posto vigili del fuoco, carabinieri e polizia stradale, insieme al personale del 118 e dell'Anas. Il tratto della statale in cui é avvenuto l'incidente é rimasto chiuso al traffico per alcune ore. "Il Governo è impegnato ad investire sempre di più nella sicurezza e manutenzione stradale nonché a far approvare, con celerità, il nuovo Codice della Strada. Rivolgo una preghiera alle quattro giovani vittime", ha scritto su X Tullio Ferrante (FI), sottosegretario al Mit, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Erano dirette al carcere di Catanzaro, dove avrebbero dovuto incontrare un parente di una di loro detenuto, le quattro persone morte nell'incidente stradale accaduto nel primo pomeriggio di oggi lungo la statale 106 Ionica, nel territorio del comune di Montauro. É quanto apprende l'ANSA. I cognomi di due delle vittime, infatti, Teresa Giorgi e Elisa Pelle, sono gli stessi di famiglie di San Luca da sempre collegate alla 'ndrangheta. Non é da escludere, dunque, che il motivo della trasferta a Catanzaro delle due vittime fosse da collegare ad una visita ad un loro familiare detenuto nel carcere del capoluogo calabrese, dove sono ristretti numerosi affiliati alla 'ndrangheta.
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