Calabria

Alzheimer, successo a Catanzaro per cohousing 'Casa Ladyd'

Iniziativa sperimentale realizzata dall'associazione Ra.Gi.

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANZARO, 07 FEB - "Siamo riusciti ad offrire un percorso di autonomia a persone affette da demenza, tendendo la mano a familiari che si sentivano soli e abbandonati". Così Elena Sodano, presidente dell'associazione Ra. Gi., commenta il successo del progetto "Casa Ladyd, Tutti Insieme Appassionatamente", il primo cohousing assistito per donne affette da Alzheimer e demenza neurodegenerativa.
    "L'iniziativa rappresenta - è detto in una nota - un ulteriore tassello nel percorso di accoglienza e solidarietà avviato dall'associazione catanzarese nel centro storico di Catanzaro, riconosciuto come Dementia Friendly Community, grazie alla sinergia con l'Arci cittadina e l'associazione culturale Teatro Hercules. Nell'ambito del progetto, coordinato da Antonietta Lucia e finanziato da Agenda Urbana, 10 donne ospiti all'interno del cohousing hanno avuto la possibilità di mantenere la loro autonomia, ritardando la progressione della malattia e soprattutto sentendosi ancora protagoniste attive della propria vita.Laboratori di terapie non farmacologiche, stimolazione cognitiva e attività occupazionali, nell'arco di un anno, si sono susseguiti in un ambiente domestico sereno e ricco di calore umano".
    "È stata una sperimentazione emozionante - afferma Rosario Bressi, presidente di Arci Catanzaro con il presidente regionale Giuseppe Apostoliti e la referente nazionale Diana Costanzo - che ha lasciato una traccia importante lungo il cammino dell'innovazione sociale nel nostro territorio. Nel nostro piccolo, abbiamo curato le attività di aggregazione culturale, coinvolgendo le ospiti soprattutto in un laboratorio cinematografico che ha stimolato la loro memoria assopita".
    Per Tonino De Marco, direttore scientifico di Agenda Urbana "il successo di questo progetto ci dimostra che dietro le carte e i numeri ci sono contenuti che ci danno conferma di non lavorare in astratto, ma su situazioni concrete che offrono nuove prospettive di intervento sul fronte disabilità".
    "Abbiamo vissuto tutti insieme - sostiene ancora Sodano - una dimensione comunitaria accogliente che fa bene non solo alle persone malate, ma anche alle famiglie e all'intera società che in tal modo diventa più umana". (ANSA).
   

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