(ANSA) - CROTONE, 14 FEB - "Quando ho chiamato la Guardia
costiera per avvisarla della presenza di una barca in pericolo,
mi hanno detto che sapevano già dell'imbarcazione naufragata, ma
sul posto, in quel momento, non c'era ancora nessuno. Né loro e
neppure i carabinieri".
Gli imputati, Sami Fuat, di 50 anni, turco, e Khalid Arslan,
di 25, e Ishaq Hassnan, di 22, entrambi pakistani, sono accusati
di naufragio colposo, favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina e morte in conseguenza di altro reato.
Nel corso dell'udienza davanti al Tribunale (presidente
Edoardo D'Ambrosio) hanno deposto due dei pescatori che si
trovavano sulla spiaggia proprio al momento del naufragio e sono
stati tra i primi a soccorrere i migranti finiti in mare. Paone,
In particolare, ha detto di avere telefonato alla Guardia
costiera alle 4.34. "Ho riferito - ha detto il pescatore - che
c'era una barca in difficoltà a causa del mare mosso dalla quale
provenivano grida. La Guardia costiera mi ha risposto che ne
erano al corrente. Però sulla spiaggia, nel momento del
naufragio, c'eravamo soltanto noi".
Il processo è stato aggiornato al 10 aprile per sentire tre
dei superstiti che si trovano ad Amburgo e che verranno
ascoltati, con rogatoria internazionale, in videoconferenza.
Intanto si é appreso che ci vorrà circa un mese per la
conclusione della seconda inchiesta della Procura di Crotone sul
naufragio relativa ai presunti ritardi nei soccorsi al caicco in
difficoltà dopo la segnalazione arrivata la sera prima da
Frontex. In questa seconda inchiesta sono coinvolti tre
finanzieri ed altre tre persone di cui non si conosce
l'identità. (ANSA).
Naufragio Cutro: teste, Guardia costiera sapeva ma non sul posto
Depone al processo un pescatore che ha visto la barca ribaltarsi