(ANSA) - CROTONE, 24 APR - "Un agente che mi interrogava mi
ha detto che quello nella foto era il capitano della barca e di
firmare accanto all'immagine. Ed io l'ho fatto".
Le dichiarazioni del superstite potrebbero mettere in dubbio
il riconoscimento da parte dei testimoni delle persone accusate
di essere stati gli scafisti del naufragio. Una situazione che
ha indotto sia il presidente del Tribunale, Edoardo D'Ambrosio,
che il pubblico ministero, Pasquale Festa, a chiedere più volte
al testimone di spiegare meglio le sue affermazioni. Hasib ha
ribadito che la foto di Sami Fuat come "capitano della nave" gli
era stata indicata dal poliziotto che lo stava interrogando: "Mi
ha detto di firmare accanto alla foto di Suat, aggiungendo,
comunque, che non ero obbligato a farlo".
É da verificare, comunque, anche l'autenticità della
traduzione delle dichiarazioni di Hasib, che, in più di
un'occasione, è stata contestata da uno degli imputati, Khalid
Arslan, che in carcere ha imparato anche l'italiano, soprattutto
riguardo l'accusa mossa ai due pakistani di avere coadiuvato i
timonieri dell'imbarcazione.
L'udienza, svoltasi in videocollegamento con Amburgo, dove si
trovano i superstiti del naufragio che hanno testimoniato, è
stata caratterizzata anche da uno scontro tra i difensori degli
imputati e la pubblica accusa sull'utilizzo delle foto mostrate
ai testimoni per il riconoscimento. Gli avvocati Salvatore Perri
e Teresa Paladini, infatti, hanno eccepito l'inutilizzabilità
delle immagini. Eccezione che é stata però rigettata dal
collegio giudicante.
Il presidente del Tribunale ha anche proposto un
"riconoscimento informale", facendo inquadrare dalle telecamere
gli imputati, che però si sono opposti. (ANSA).
Testimone a processo scafisti Cutro,suggerimenti su chi accusare
Superstite accusa poliziotto, 'mi ha indicato chi era capitano'