Calabria

Don Ciotti e mons. Savino cittadini onorari di Castrovillari

Sindaco: 'entrambi parlano del noi e del concetto di comunità'

Redazione Ansa

(ANSA) - CASTROVILLARI, 18 GIU - Il Consiglio comunale di Castrovillari, all'unanimità, ha conferito la cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, e a monsignor Francesco Savino, vice presidente della Cei e vescovo della diocesi di Cassano.
    "Conferire - ha detto il sindaco Mimmo Lo Polito - la cittadinanza congiuntamente a don Ciotti e a mons. Savino ha un significato particolare perché sono due personalità diverse ma che si completano nel loro impegno quotidiano a indicarci quella che è la strada giusta della solidarietà, dell'accoglienza, del rispetto dell'altro. Fondamentalmente tutti e due mettono al centro del loro agire la persona. Entrambi parlano del noi, sottolineano spesso il concetto di comunità. E' un grande onore per Castrovillari, non che noi abbiamo dato la cittadinanza onoraria, ma che loro, don Luigi Ciotti e don Francesco Savino, l'abbiano accettata, dando lustro alla nostra comunità che si vuole caratterizzare sempre più con gli esempi positivi".
    "Da sempre - ha detto mons. Savino - ho avuto incontri con tutti e 22 i Comuni della diocesi, rapporti empatici, di condivisione e di solidarietà. Ho sempre cercato di attivare processi di formazione, informazione, di studio e di cultura. Ho fatto capire che siamo un corpo, una comunità e dobbiamo andare oltre ogni autoreferenzialità patologica, oltre il narcisismo.
    Dobbiamo soprattutto fare sì che i beni comuni costituiscano veramente la città. Tutti siamo chiamati a essere cittadini responsabili. Ai castrovillaresi dico - ha concluso - ci sono, con voi insieme possiamo fare grandi cose, soprattutto facendo della legalità il mezzo per raggiungere il fine che è la giustizia".
    "La cittadinanza onoraria - ha detto don Ciotti - non è stata data a Luigi Ciotti. L'ho detto e lo ripeto, rappresento un noi fatto di tante persone. Sessant'anni di gruppo Abele, trenta di Libera non sono e non possono essere opera di navigatori solitari. Solo unendo le nostre forze diventiamo una forza etica, sociale, culturale e anche politica, nel senso del servizio per il bene comune. In questo momento è molto importante che si uniscano forze, energie, persone.
    Un'attenzione particolare ai più giovani nel nostro Paese perché i giovani ci consegnano dei percorsi inediti, portano linfa nuova, usano le nuove tecnologie e, soprattutto, ci propongono una domanda molto importante, cioè di essere ascoltati".
    "I giovani - ha concluso don Ciotti - vogliono essere attori, protagonisti di un cambiamento. Tocca a noi adulti non dimenticarci che i valori non si trasmettono solo con le parole, ma si testimoniano. I giovani hanno bisogno di trovare degli adulti veri, coerenti e credibili". (ANSA).
   

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