(ANSA) - MILANO, 09 AGO - "Spero che da questa storia i
buttafuori capiscano che il loro lavoro non è usare violenza, se
la loro intenzione è picchiare vadano a fare boxe, il loro
lavoro è placare le liti, non massacrare la gente di botte": è
quanto dice Michelle Sala, la cugina di Omar Bassi, che in un
lungo video condiviso su Facebok ricostruisce quanto accaduto la
sera del 20 luglio alla discoteca Dolcebeach di Origgio, nel
varesotto, quando il cugino, poi deceduto il 5 agosto,
intervenuto in una rissa per difendere il fratello minore
Thomas, fu picchiato da alcuni buttafuori "con calci e pugni in
testa e ai fianchi".
"Alcuni familiari hanno provato ad aiutarlo, ma i buttafuori
non li facevano avvicinare e hanno detto al fratello 'non ti
avvicinare sennò fai la stessa fine'" racconta Michelle,
ricordando che poi, la stessa sera, "il papà di Omar ci ha
portati al pronto soccorso del Sacco dove c'era tanta attesa e
siamo andati via, due giorni dopo però Omar sentiva mal di testa
e nausea, allora la mamma l'ha portato all'ospedale di
Garbagnate, dove gli hanno fatto la Tac e non è emerso nulla,
lo hanno mandato a casa e gli hanno detto di ripresentarsi se
aveva mal di testa e nausea, ma Omar stava bene e il 2 sono
partiti" per la Calabria.
Poi il 5 mattina, mentre era sotto la doccia, il 23enne "si è
accasciato a terra e non si è più ripreso, è stato intubato sul
posto e portato all'ospedale del paesino dov'erano, che
purtroppo non era attrezzato, quindi è stato portato in
elisoccorso a Reggio Calabria dove gli hanno fatto una tac con
contrasto da cui è risultato che il cervello era pieno di
sangue. Poche ore dopo, il 5 agosto, il cuore di Omar ha smesso
di battere". Il ragazzo, originario di Bollate, era un donatore
di organi, che sono stati donati.
"Questo dolore - sottolinea Michelle - per la mia famiglia è
straziante, ciò che chiediamo è giustizia, che venga fuori la
verità, che sia accertato ciò che è successo e che i colpevoli
paghino per questo". "Non è la prima volta che assisto a
violenze del genere in discoteca" sottolinea la ragazza, che si
augura che pestaggi del genere non accadano mai più. (ANSA).
Famiglia Omar, lavoro buttafuori non è picchiare la gente
Cugina, 'chiediamo giustizia e verità, che i colpevoli paghino'