(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 17 SET - E' una tradizione che si
ripete da secoli quella della consegna, nella Basilica
Cattedrale del Duomo di Reggio Calabria, del cero votivo, da
parte dell'Amministrazione cittadina, alla Santa Patrona della
città, Maria Santissima della Consolazione.
Alla solenne concelebrazione presieduta dall'arcivescovo di
Reggio Calabria-Bova Fortunato Morrone, ed alla presenza di
molti Vescovi della Calabria come l'Emerito della Diocesi,
Vittorio, l'Emerito di Cosenza-Bisignano, Salvatore Nunnari,
Santo Marcianò ordinario militare per l'Italia erano presenti le
massime autorità civili e militari della città con in testa il
sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
Nell'accompagnare la consegna del Cero Votivo, il cui atto di
affidamento alla Santa Patrona risale ad un atto sottoscritto il
10 gennaio 1768, Falcomatà ha definito il momento "una grande
emozione" e confermato, "nello spirito di fraternità e di
condivisione che la Madonna, la Mamma più eccelsa, ci ha
insegnato" il dovere di tutti di cooperare, dialogare,
confrontarci sulle politiche di crescita culturale, economica e
sociale del territorio. In una sola parola essere comunità".
"E comunità si diventa piano piano. Giorno dopo giorno.
Ricostruendo - ha spiegato - questa città mattone dopo mattone,
rialzandoci a ogni caduta, con orgoglio e fiera appartenenza,
smettendola di pensare continuamente di essere nati nella parte
sbagliata del cielo e nella consapevolezza che la ragione non
sta mai dalla parte del più forte o di chi urla di più, e che le
difficoltà ci aiutano a essere persone migliori".
Nella consapevolezza "che la stragrande maggioranza dei reggini
è fatta di persone di buona volontà non sarà mai sufficiente -
ha aggiunto il primo cittadino di Reggio - a completare questo
percorso di rinascita se si rimane silenti di fronte ai tanti
soprusi e ai gangli che affliggono la nostra terra. Bisogna
esporsi! Bisogna denunciare, bisogna difendere Reggio da chi la
vorrebbe vedere soffocare sotto il giogo della 'ndrangheta e
lavorare per liberarla da tutto ciò che è abuso, corruzione,
malaffare. Ringrazio, in questo senso, il diuturno lavoro della
magistratura, delle forze dell'ordine e delle forze di polizia,
nonché l'operato del nostro Prefetto nelle quotidiane vicende
che interessano il nostro territorio".
Nel riprendere i temi delle Beatitudini narrate nel brano del
Vangelo, "guida e modello del messaggio di Cristo",
l'arcivescovo metropolita Fortunato Morrone ha invitato gli
amministratori "ad immaginare intorno a questi temi un dialogo
concreto e uno spazio condiviso.
La nostra diocesi, grazie a Dio, tuttavia ha offerto e continua
ad offrire concrete testimonianze di uomini e donne che hanno
voluto e saputo coniugare fede e vita, cultura e fede, Vangelo e
impegno socio-politico, mostrando al vivo che la "speranza in
Cristo non delude". Ricordando la bolla di indizione del
Giubileo ordinario "Spes non confundit" di papa Francesco, Mons.
Fortunato Morrone ha invitato innanzitutto "ad un progetto per i
giovani e con i giovani, per realizzare con loro una Reggio
fresca e vitale, accogliente e inclusiva". Infine l'augurio
"alla amata città di Reggio di risorgere, di rimettersi in piedi
con sano orgoglio, per mettere in campo le energie e le
competenze migliori di cui i suoi figli e le sue figlie sono
ampiamente dotati. Non è per niente confortante - ha aggiunto -
sentir parlare di Reggio come la permanente incompiuta. La
logica della competizione e contrapposizione ideologica, dovuta
anche alle nostre ataviche frammentazioni campanilistiche e
autoreferenziali, ci impedisce di mettere insieme i tanti doni,
le belle intelligenze e competenze per fare squadra, perché il
bene sia diffuso e a disposizione di tutti. Al contrario, si
producono discordia e dispersione delle energie che rischiano di
trasformare questa città in una fiumara a secco. Non può essere
questo il suo destino". (ANSA).
Reggio, rinnovata tradizione cero votivo a Madonna Consolazione
Sindaco:completare percorso rinascita.Vescovo: città risorga