Prima le parole, con i decibel che si alzano minuto dopo minuto - "non la devi dimettere!" - e poi dalle parole è passato rapidamente ai fatti. Ha estratto da sotto il giubbotto un manganello - non si sa perché lo avesse indosso - e si è scagliato contro il primario del pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme colpendolo più volte alla schiena e ad un braccio.
Solo l'intervento della vigilanza e degli agenti del posto fisso di Polizia ha scongiurato conseguenze peggiori. Non si fermano, da nord a sud - a Livorno un paziente è stato multato di mille euro per atteggiamenti "aggressivi e fortemente minacciosi" nei confronti di un medico dell'Ospedale - il triste fenomeno delle aggressioni al personale sanitario. A Lamezia, a farne le spese, ieri sera, è stato il primario facente funzioni del Pronto soccorso Rosarino Procopio, "reo", a giudizio del parente di una paziente, di voler dimettere la congiunta dal reparto di Osservazione breve intensiva. Per lui oggi è scattato l'arresto in flagranza differita, come prevedono le nuove norme varate per il contrasto al fenomeno.
Si tratta di un 28enne lametino, Carlo Sacco, già noto alle forze dell'ordine per vari reati. L'arresto è stato compiuto da personale del Commissariato della Polizia di Lamezia Terme con le accuse di lesioni aggravate e porto di oggetti atti ad offendere. Dopo il provvedimento è stato posto nella camera di sicurezza del Commissariato in attesa della convalida da parte dell'autorità giudiziaria. Condanna per il gesto è venuta dal mondo politico e sindacale. L'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro si aspetta "una risposta forte da parte delle Autorità competenti. Non è tollerabile che si entri in un ospedale con un manganello per imporre con la forza e la violenza un abuso".
Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha definito "pazzesco" portare un manganello in ospedale invocando dalle istituzioni "tutte le opportune contromisure per arginare un fenomeno così inquietante", mentre la sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro ha rivolto un plauso alla Polizia per l'arresto, sottolineando come si sia trattato di "una risposta determinata e tempestiva che rappresenta il più concreto segnale di vicinanza nei confronti del medico aggredito e di tutto il personale dell'ospedale".
Nonostante il dolore per le forti contusioni subite e l'inevitabile choc, il medico stamani si è presentato regolarmente in reparto. "Siamo arrivati ad un punto estremo - il suo atto d'accusa - dove il medico non ha più la libertà, serenamente, di decidere sulla terapia, sull'assistenza di un paziente. Praticamente siamo vessati tutti i giorni sia dai pazienti ma anche dai familiari su cosa dobbiamo fare, su quale indagini richiedere, quando dimettere e se dimettere. Non è più possibile accettare una situazione di questo tipo perché non si lavora serenamente e poi si rischia, se poco poco si è contrari alle loro richieste, di subire fisicamente". "Mi sento deluso perché finora al di là di diverbi o di scontri verbali, qui a Lamezia, non era mai successo niente" ha concluso amareggiato Procopio auspicando la presenza del posto fisso di Polizia per 24 ore al giorno.
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