(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 13 NOV - Una delle sale del nucleo
redazionale della TgR Rai della Calabria presente a palazzo
Campanella, sede del Consiglio regionale, è da oggi intitolata
al giornalista Pietro Bellantoni.
Ad un anno dalla sua prematura scomparsa, il presidente del
Consiglio regionale Filippo Mancuso, d'intesa con i vertici
regionali e nazionali della testata giornalistica regionale ha
deciso di onorare la figura di quello che è stato da tutti
definito un cronista di razza ed una brava persona.
"Alla tristezza della sua scomparsa - ha detto Mancuso -
vogliamo oggi contrapporre la gioia del suo perenne ricordo. Una
intitolazione per riconoscere il merito che gli spetta
professionalmente, ma anche come degno rappresentante della
categoria dei giornalisti".
"Iniziamo oggi un percorso La targa è un primo atto"- ha
detto Pacchetti, che ha definito Bellantoni "un cronista di
razza e una gran bella persona", anticipando per il prossimo
anno, in occasione del 10mo anniversario della sua prematura
scomparsa, anche l'intitolazione della sala montaggio, al
cinegiornalista Pino Anfuso, e di una seconda sala del nucleo
redazionale ad un altro indimenticato protagonista della Rai
calabrese, il giornalista Franco Bruno. Nel portare i saluti del
presidente Occhiuto e dell'intera Giunta, Pietropaolo ha
ricordato l'impegno di Bellantoni a fianco della presidente Jole
Santelli e, successivamente, accanto a Nino Spirlì, che la
sostituì. "Una scelta, quella del Consiglio regionale - ha detto
- che rappresenta il segno tangibile di cos'era Pietro nella sua
professione, con un profondo senso etico personale e
professionale da apprezzare, e, per quanto riguarda la sua
famiglia, da amare".
"Sono stato tra i più felici - ha detto Giacoia - di
ritrovarmi all'indomani del concorso per la selezione dei
giornalisti, uno bravo come Pietro in redazione". Ma si è detto,
nello stesso tempo, rammaricato per una ramanzina che fece al
giornalista dopo un servizio poco soddisfacente, "quando nessuno
di noi e nemmeno lui sapeva ancora del male che stava minando la
professionalità e la vita di Pietro. Uno come lui sarebbe stato
una grande garanzia di pluralismo e di verità".
"Quando sono stato assunto non conoscevo nessuno in Rai - ha
raccontato Marco Innocente Furina - Conoscevo solo Pietro, un
collega che tutti sapevamo di dover leggere per essere meglio e
dettagliatamente informati".
"Un ragazzo che aveva raggiunto il grande sogno, per quelli
della nostra generazione, di lavorare in Rai - ha ricordato
Falcomatà -. Lui a questo obiettivo ci è arrivato per merito e
quando si raggiunge un traguardo professionale per merito è
anche una conquista di libertà". (ANSA).
Intitolata a Bellantoni sala della TgR in Consiglio regionale
Cerimonia ad un anno della scomparsa del giornalista