(ANSA) - SAN LUCA, 21 NOV - Prende sempre più forma la
possibilità che i pochi resti, perlopiù frammenti di ossa
carbonizzati, trovati all'interno dell'auto dell'allevatore
Antonio Strangio, di 42 anni, di San Luca, coniugato e padre di
4 figli, sparito da almeno cinque giorni, siano di natura umana
e non animale.
Serviranno, dopo le prime verifiche da parte dei
carabinieri, gli accertamenti e le analisi dei carabinieri del
Ris di Messina in relazione al Dna dei resti per sciogliere
dubbi e avere risposte più chiare.
Nel pomeriggio di lunedì scorso, dopo l'allarme lanciato da
alcuni familiari dell'allevatore sanluchese che non era
rientrato a casa, né si era fatto vivo telefonicamente, i
carabinieri, in una zona di campagna posta tra i confini
territoriali dei comuni di Bovalino e San Luca avevano trovato,
completamente distrutta da un precedente incendio,
l'autovettura, un fuoristrada, di proprietà di Strangio.
All'interno del veicolo c'erano alcuni resti, completamente
carbonizzati, sulla cui natura, animale o umana, non è stata
fatta ancora del tutto chiarezza da parte degli inquirenti. A
sciogliere i dubbi saranno gli esami del Dna disposti dopo il
sequestro del veicolo. Agli investigatori i familiari e i
parenti di Strangio hanno riferito di non saper dare una chiave
di lettura all' improvvisa scomparsa del congiunto. (ANSA).
Uomo scomparso nel reggino, disposta analisi Dna resti trovati
San Luca, c'erano frammenti di ossa in fuoristrada incendiato