(ANSA) - CATANZARO, 30 NOV - "La terza volta che ho provato a
fare il viaggio, cioè pochi giorni fa, non volevo partire perché
ho visto che si sarebbero imbarcate delle donne e dei bambini:
ho visto troppe persone innocenti morire a Gaza e non volevo
vedere altri bambini morire davanti a me in mare". A raccontare
la sua storia è un ragazzo palestinese, proveniente da Gaza,
sbarcato stamani nel porto di Vibo Valentia dalla nave Life
Support di Emergency dopo essere stato tratto in salvo, insieme
ad altre 74 persone nelle acque internazionali della zona Sar
maltese.
"Alla fine - ha aggiunto - sono salito ma prevedevo il
peggio, non pensavo che sarei stato soccorso. Gaza per me non è
solo un nome, un luogo, è dove c'è la mia infanzia e la mia
famiglia, la mia terra, non la dimenticherò mai. Ora vorrei solo
riuscire a raggiungere mio fratello in Belgio per iniziare a
lavorare e mandare dei soldi alla mia famiglia che non ha più
nulla, per provare a far fuggire anche loro da Gaza".
"Vengo dalla città vecchia di Gaza - ha raccontato - sono
riuscito a fuggire in Egitto passando da Rafah e dal Sinai. Non
sapevo ancora dove andare, sapevo solo che dovevo andarmene da
Gaza dopo che mio padre è morto nell'ottobre del 2023. Per
quattro mesi sono stato al Cairo, dove avevo studiato
all'università. Da lì ho preso un aereo per Bengasi, perché per
fortuna avevo un passaporto che mi ha permesso di non passare
dal deserto. Mi era stato detto che se fossi andato in Libia con
il mio passaporto palestinese avrei potuto prendere un visto per
andare in Turchia e da lì raggiungere mio fratello in Belgio, ma
poi la richiesta del visto è stata rifiutata dalla Turchia.
Anche altri paesi, come Irlanda e Olanda, hanno rifiutato il
visto quindi sono stato costretto ad attraversare il
Mediterraneo per raggiungere l'Europa".
"Da Tripoli - ha detto il ragazzo - ho provato altre due
volte, ma in entrambi i casi siamo stati intercettati dai
libici, riportati indietro e imprigionati".
Lo sbarco, ha commentato Domenico Pugliese, comandante della
Life Support, "si è svolto regolarmente e con il supporto delle
autorità locali. È stata la prima volta a Vibo Valentia,
finalmente le autorità ci hanno assegnato un porto non lontano
dalla zona operativa. Ora ci prepariamo per una nuova missione
nel Mediterraneo centrale".
"Sia dopo il soccorso che durante la navigazione fino a Vibo
Valentia - aggiunge Elena Mari, dottoressa a bordo della Life
Support - abbiamo monitorato le condizioni di salute delle
persone soccorse. A eccezione di alcuni casi di mal di mare,
disidratazione e lesioni cutanee, tutti erano in condizioni
stabili".
"Un ragazzo eritreo, scappato dal suo paese per non essere
arruolato nell'esercito e non prendere parte al conflitto in
corso - dice Chiara Picciocchi, mediatrice culturale a bordo
della nave - ci ha raccontato che ha tentato la traversata del
Mediterraneo quattro volte . In uno di questi tentativi la barca
su cui viaggiava si è capovolta e lui si è salvato solo perché è
riuscito a tornare a nuoto in Libia, dove però è stato costretto
a vivere un altro anno. Sogna di andare in nord Europa e
costruirsi una vita migliore". (ANSA).
Sbarco a Vibo, ragazzo di Gaza 'ho visto troppi bimbi morire'
'Non volevo partire per non assistere ad altri lutti in mare'