Calabria

Lamezia, intervento chirurgico innovativo per malati oncologici

Chemioterapia intra-peritoneale per la prima volta in Calabria

Redazione Ansa

(ANSA) - LAMEZIA TERME, 19 DIC - Si chiama Pipac, chemioterapia intra-peritoneale a flusso d'aria pressurizzata, la procedura chirurgica ed è stata eseguita, per la prima volta in Calabria, nell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. L' intervento è stato effettuato all'interno del blocco operatorio in anestesia generale da un'equipe multidisciplinare condotta da Manfredo Tedesco, direttore della struttura complessa di Chirurgia generale e capo Dipartimento dell'area Chirurgica, coadiuvato dai chirurghi Denise Gambardella e Ettore Caruso e dall'equipe anestesiologica diretta da Anna Monardo. L'intervento, eseguito con tecnica chirurgica mini invasiva, ha richiesto anche il supporto della strumentista addetta a queste procedure particolari, Margherita Gottardo.
    A giovarsi di questa procedura innovativa una paziente affetta da carcinosi peritoneale con versamento ascitico addominale derivante da neoplasia uterina; è prevista per la donna una breve degenza postoperatoria ed è attesa una completa remissione del versamento addominale, con un sostanziale miglioramento delle condizioni generali associato al miglioramento della qualità di vita. La procedura, in pratica una somministrazione locale di farmaci chemioterapici, può essere ripetuta a distanza di 6-8 settimane, fino anche a sei cicli, in base ai risultati e al tipo di tumore.
    "La Pipac rappresenta uno dei trattamenti loco-regionali di più recente istituzione - ha spiegato Tedesco - fino ad oggi bisognava andare fuori regione per essere sottoposti a tale intervento. Si tratta di una procedura ottimamente tollerata dal paziente, in quanto eseguita con approccio mini-invasivo, e con un ridotto assorbimento del chemioterapico che viene somministrato ad alta pressione nella cavità peritoneale. Ciò consente un'elevata diffusione e penetrazione nel peritoneo, con una rapida ripresa post-operatoria ed effetti collaterali limitati o nulli, tanto che il paziente può riprendere i trattamenti per via sistemica dopo pochi giorni dall'intervento".
    "Lo scopo di queste procedure - evidenzia Molinaro, direttore dell'Unità operativa di Oncologia del "Giovanni Paolo II" facente parte dell'equipe operatoria - è attualmente quello di trattare l'ascite neoplastica o la carcinosi peritoneale molto avanzata. Tuttavia stanno emergendo evidenze che orientano verso una possibile applicazione per ridurre la malattia peritoneale e portarla ad uno stadio di operabilità, o addirittura di utilizzarla come trattamento profilattico nei casi ad elevato rischio di recidiva nel peritoneo".
    "Con l'introduzione della metodica Pipac - è detto in una nota dell'Asp - la chirurgia dell'ospedale lametino arricchisce ulteriormente le sue connotazioni di presidio baricentrico e di riferimento per il cancro gastrico, rappresentando sempre di più il luogo di cura ideale per il trattamento della neoplasia gastrica e delle patologie neoplastiche con coinvolgimento del peritoneo". (ANSA).
   

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