Calabria

Comune Scalea verso lo scioglimento, si dimettono 9 consiglieri

Fibrillazioni nell'ente anche dopo passaggio sindaco a Fi

Redazione Ansa

(ANSA) - SCALEA, 23 DIC - Nove consiglieri comunali di Scalea - 7 della minoranza e 2 ex componenti della maggioranza - sui 17 complessivi, hanno protocollato questa mattina le loro dimissioni, precedentemente firmate davanti un notaio.
    Le dimissioni sono state presentate "concordemente, contestualmente, con effetto immediato e irrevocabilmente" e "al fine di provocare lo scioglimento del Consiglio comunale di Scalea", si legge nell'atto notarile. Ora, si attendono i conseguenti provvedimenti del prefetto di Cosenza.
    Il documento è stato sottoscritto dai consiglieri di minoranza Eugenio Orrico (Scalea bene comune), Francesco Silvestri, Giovanna Versace, Angelo Paravati e Raffaele D'Anna (Per Scalea), Giuseppe Angona (indipendente, ex consigliere maggioranza) e Giuseppe Torrano (indipendente, ex lista Perrotta entrato in consiglio al posto della dimissionaria Maria Teresa Faillace). A loro si sono aggiunti due consiglieri provenienti dal gruppo con il quale il sindaco Giacomo Perrotta aveva vinto le scorse elezioni comunali, ovvero, l'ex vicesindaco Annalisa Alfano e l'ex capogruppo di maggioranza in consiglio Giovanna Fiore (a sua volta entrata in consiglio al posto della dimissionaria Francesca Vittorino).
    "È stato un onore servire il mio paese", ha scritto su Facebook il sindaco di Scalea rinviando a breve un'analisi di quanto avvenuto.
    Da mesi, ormai, si inseguivano voci circa la possibilità di una caduta dell'amministrazione Perrotta, concretizzatasi oggi e dettata in particolare dai movimenti politici all'interno della maggioranza, anche in previsione delle prossime elezioni regionali, che hanno provocato dimissioni di consiglieri comunali, poi surrogati, ma anche fuoriuscite dalla giunta e passaggi all'opposizione. Recentemente aveva fatto discutere l'ingresso del sindaco Giacomo Perrotta in Forza Italia, partito contemporaneamente rappresentato in consiglio da alcuni consiglieri di minoranza. Una decisione giudicata quanto meno incompatibile con la presenza in maggioranza di esponenti di altre forze politiche, tra cui Italia del Meridione (Alfano), e Movimento 5 Stelle, rappresentato dal presidente del consiglio comunale, Gaetano Bruno, dimessosi dalla carica e passato all'opposizione proprio a seguito del tesseramento di Perrotta con il partito di Berlusconi.
    Appena dieci giorni fa, era stata presentata dalle minoranze una mozione di sfiducia a Perrotta che però non era passata nel corso del Consiglio comunale convocato ad hoc. In quella occasione, otto consiglieri avevano votato a favore, sette contro, e Bruno era uscito dall'aula prima del voto. (ANSA).
   

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