(ANSA) - CATANZARO, 29 GEN - "Un continuo, asfissiante
controllo del territorio". E' quello che esercitava la cosca
Gallace, radicata sul basso Jonio Catanzarese ma con proiezioni
in Lazio, Lombardia e Piemonte.
Condizionamento che ha portato gli arresti domiciliari il
sindaco di Badolato, Nicola Parretta, il vicesindaco Ernesto
Maria Menniti, il presidente del consiglio comunale Maicol
Paparo e gli assessori Antonella Giannini e Andrea Bressi.
Capomolla ha parlato anche di "intimidazioni brutali"
effettuate nei confronti di vittime di estorsioni e di
vessazioni da parte della cosca di 'ndrangheta. Un gruppo
criminale che poteva contare sul concorso esterno di
imprenditori e anche "su ingenti partire di armi acquisite su
canali internazionali, in particolare provenienti da Serbia e
Montenegro". Si tratta di armi sia comuni che da guerra come
kalashnikov o fucili da cecchino. "La cosca si avvaleva degli
arsenali abbandonati dopo le guerre balcaniche", ha detto il
procuratore aggiunto Giancarlo Novelli sottolineando "la
proiezione internazionale dell'organizzazione criminale".
Nel corso delle indagini sono anche stati arrestati tre
latitanti appartenenti al locale di Guardavalle, oggi indagati
in questa inchiesta. Si tratta di Cosimo Damiano Gallace
"considerato tra i latitanti di massima sicurezza - ha detto il
colonnello del Ros centrale Gianluca Valerio -. L'arresto è
avvenuto nel 2021. L'anno successivo è stato catturato anche il
fratello Antonio Gallace che si trovava ad Anzio. E infine è
stato catturato in Sicilia Francesco Gaetano". (ANSA).
Procuratore Catanzaro, da cosca asfissiante controllo territorio
Ingerenze in attività Comune e acquisto armi nei Balcani
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