(ANSA) - CORIGLIANO ROSSANO, 21 AGO - "L'Autorità di Sistema
si occupi degli atti almeno quanto delle interviste.
Esprimo seria e profonda preoccupazione dopo aver letto le
inquietanti dichiarazioni del presidente dell'Autorità di
Sistema Portuale, in primis per il contenuto.
"Credo, sinceramente che l'Autorità di Sistema piuttosto di
esprimere concetti tanto astrusi - aggiunge Stasi - in questi
mesi avrebbe dovuto e potuto recuperare 30 anni di inerzia
imbarazzante, ovvero la mancata realizzazione di un Piano
Regolatore del Porto a 30 anni esatti dall'entrata in vigore
della Legge 84 del 1994, lavorando alla stesura del Documento di
programmazione strategica e del Piano regolatore, percorsi sui
quali invece si continua a restare ingiustificatamente immobili.
Eppure l'Amministrazione comunale ha richiesto specificatamente
di ottemperare a questo obbligo di legge (il Prp non è un
orpello) mettendo in campo dei contenuti precisi: dalla banchina
crocieristica da realizzare con la stazione di accoglienza e
l'accesso dedicato alla banchina 1, eliminando l'attuale
occupazione di merce alla rinfusa, alla darsena dedicata alla
pesca, fino alla realizzazione di moli per il diporto nell'area
dove l'Autorità aveva previsto la banchina crocieristica,
fallendo anche in quel caso (l'Amministrazione Comunale aveva
espresso forti perplessità al riguardo). Ricordo che l'assenza
di Piano regolatore portuale implica la totale assenza di
pianificazione; quindi, di prospettive di sviluppo alle quali
lavorare per il nostro porto, e non a caso ci si aggrappa
disperatamente ad iniziative sporadiche ed esterne, per le quali
l'Autorità come altre istituzioni non hanno alcun ruolo,
sperando che queste possano sopperire alle proprie profonde
lacune".
"Se invece il 'vizio di forma' sarebbe riferito all'assenza
di Conferenza dei servizi finalizzata al rilascio
dell'Autorizzazione Unica - sostiene ancora il sindaco di
Corigliano Rossano - ricordo che tale concetto attiene alle
fondamenta della trasparenza nella Pa, poiché gli enti - in
rappresentanza di interessi diffusi - avrebbero dovuto esprimere
i propri pareri finalizzati ad un atto, l'Autorizzazione unica
Zes appunto, che ha una portata titanica rispetto alla semplice
concessione demaniale.
Ma anche da questo punto di vista si tratta del tentativo
maldestro di nascondere il fatto che da ottobre 2023 ad agosto
2024 l'Ads non ha inteso convocare una apposita e regolare
conferenza dei servizi, per la quale sarebbero bastati 45
giorni: in pratica avrebbe potuto convocarne quattro. Ma davvero
in altre istituzioni, magari elette e non nominate dall'alto,
avremmo tollerato silentemente una tale inerzia diffusa,
prolungata e profonda? Mi chiedo come si possa giustificare, per
esempio, che prima del 2015 la stessa Autorità portuale avesse
dato incarico per la realizzazione di un Piano regolatore, già
preparato e pagato con i soldi dei cittadini - per altro
bellissimo e condiviso dal Comune - che l'allora neocommissario
però, ovvero l'attuale presidente, cestinò consegnandoci altri 9
anni senza pianificazione. Trovo ancor più inquietante definire
i termini del ricorso di un altro ente pubblico 'dilatori', un
termine che personalmente non userei mai nemmeno nei confronti
di un privato: cosa si intende? Che l'Amministrazione comunale,
piuttosto di difendere gli interessi della comunità, si occupa
di dilazioni? Credo che questa espressione insinuante
rappresenti il livello istituzionale più basso mai toccato in
questa vicenda, ed è un tema che per altro smentisco totalmente
anche nel merito, per il quale l'Ads esprime concetti
giuridicamente alieni".
"Proprio l'assenza di una qualsiasi forma di sospensione
cautelare, infatti - sottolinea ancora Stasi - implica che al
momento l'Autorizzazione rilasciata dall'Ads nei confronti di
Nuovo Pignone è valida a tutti gli effetti, e quindi il ricorso
ha tutte le valenze possibili, tranne quella dilatoria. Ricordo,
inoltre, che l'Amministrazione non ha fatto ricorso al Tribunale
amministrativo ma al Capo dello Stato, proprio per dare alla Ads
ulteriori 30 giorni per rispondere agli interrogativi posti dal
Comune (che ha effettuato più richieste per evitare
specificatamente di essere costretti al ricorso) o magari per
convocare l'apposita conferenza dei servizi: una attesa
purtroppo vana.
Inoltre, è necessario specificare come l'Amministrazione da
mesi, già da prima della campagna elettorale, ha posto come base
della discussione la volontà di fare insediare questo importante
soggetto industriale nel retroporto e non nell'area portuale.
Tale valutazione ovviamente non può trovare favorevole chi, dopo
aver evidentemente offerto garanzie senza contenuti, al di fuori
della delimitazione portuale non ha alcuna competenza e diventa
dunque un attore del tutto secondario, in un processo però che
riguarda l'intero territorio e per il quale evidentemente si
devono contemperare con equilibrio e concretezza più interessi,
dalla occupazione alle prospettive di sviluppo fino al
paesaggio, compito che, di fatto, l'Autorità di Sistema non è
stata in grado di svolgere". (ANSA).
Porto:Stasi, l'Autorità di sistema portuale si occupi degli atti
'In questi mesi si sarebbero potuti recuperare 30 anni inerzia'